giovedì 21 gennaio 2010

Giovedì 22 gennaio 1959


TELEVISIONE

14,00 - 15,10 TELESCUOLA
Corso di Avviamento Professionale a tipo industriale
a)14,00: Lezione di Matematica
Prof.ssa Liliana Ragusa Gilli
b)14,30: Due parole tra noi, a cura della Direttrice dei corsi
Prof.ssa Maria Grazia Puglisi
c)14,40: Lezione di Italiano
Prof.ssa Fausta Monelli

LA TV DEI RAGAZZI
17,00 - 18,00 Dal Teatro Gerolamo di Milano
ZURLI', MAGO DEL GIOVEDI'
Fantasia teatrale di indovinelli animati a cura di Cino Tortorella
Realizzazione di Gian Maria Tabarelli

RITORNO A CASA
18,30 TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio
18,45 VECCHIO E NUOVO SPORT
19,00 PASSAPORTO N. 1
Lezioni di lingua inglese a cura di Jole Giannini
19,30 SCIENZA E FANTASIA
Il settimo senso
Racconto sceneggiato - Regia di Tom Gries
Produzione: Ziv Television
Interpreti: Virginia Bruce, Richard Eyer, William Ching
20,00 LA TV DEGLI AGRICOLTORI
Rubrica dedicata ai problemi dell'agricoltura e del giardinaggio, a cura di Renato Vertunni

RIBALTA ACCESA
20,30 TIC-TAC E SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE
Edizione della sera
20,50 CAROSELLO (Binaca - Vecchia Romagna Buton - Macchine da cucire Singer - Pasta Barilla)
21,00 LASCIA O RADDOPPIA ?
Programma di quiz presentato da Mike Bongiorno
Realizzazione di Romolo Siena
22,00 Gli assi della canzone della TV americana
THE PERRY COMO SHOW
Varietà musicale della NBC di New York con la partecipazione dei più noti cantanti di musica leggera
22,40 ARTI E SCIENZE
Cronache di attualità a cura di Leone Piccioni
Realizzazione di Nino Musu
23,00 TELEGIORNALE
Edizione della notte
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Oggi il protagonista della nostra cavalcata non può che essere lui, il grandissimo Mike. Da quattro mesi e mezzo Egli non è più tra noi ed è un'inesorabile assenza che già pesa, eccome se pesa. Che il pubblico continui a volergli bene, preservandolo dall'oblio (condanna che, come abbiamo già visto a proposito di Renato Rascel, sembra destinata ai nostri uomini di spettacolo, specie se non "tirano" dal punto di vista commerciale), è il giusto, meritato segno di ringraziamento nei confronti dell'uomo per merito del quale la televisione è esplosa come fenomeno di costume nel nostro Paese, laddove uno scetticismo iniziale aveva accolto la decisione della RAI di tentare con un pubblico e regolare servizio (" La TV ? Il nostro è un Paese povero: certi lussi bisogna lasciarli agli altri").
La sera di giovedì 22 gennaio 1959 va in onda la 165a puntata di "Lascia o raddoppia ?". Regna quasi un'aria di smobilitazione, con un Mike Bongiorno che è ormai stufo della solita formula e si sta adoperando per cambiare tipo di trasmissione (infatti nel successivo novembre sarà già tempo di "Campanile Sera"). Eppure le richieste di partecipazione pervengono ancora copiose, specialmente dal Mezzogiorno (effetto della relativamente tardiva entrata in funzione dei ripetitori ivi dislocati). Ad ogni modo, per spezzare la monotonia di un gioco sempre uguale a sè stesso, come un rituale che i sempre più "fedeli" telespettatori del giovedì (anche quelli occasionali che, non avendo l'apparecchio e non osando disturbare gli amici già muniti di televisore, si recano al bar o addirittura al cinema per assistere alla trasmissione) non vogliono comunque perdere, da un po' di tempo Bongiorno ha istituito la "Sfida al campione", ossia lo scontro tra nuovi concorrenti e precedenti vincitori sull'argomento da questi ultimi scelto. E' proprio del Natale 1958, con permanenza anche nel corso delle prime settimane del nuovo anno, l'apparizione di un militare in congedo, il Maggiore dell'Esercito Ottorino Detti, un distinto milanese (si direbbe un "ragazzo del '99") che si presenta per la mitologia, materia che aveva in precedenza rivelato due simpatiche gemelle toscane, Rita e Gabriella Appiotti. Ecco quindi le due ragazze, classe 1935, di nuovo in scena, interrogate da Mike e pronte a confrontarsi con questo Maggiore che sembra sapere tanto quanto loro delle figure dell'Olimpo. Questo momento della "Sfida al campione" sarà oggetto, nel giugno seguente, dell'irresistibile parodia di Tognazzi e Vianello, travestiti da gemelle Appiotti e pronti ad indirizzare spesso al Maggiore una sonora linguaccia.
In quei giorni si verifica anche un episodio poco simpatico, che coinvolge direttamente Bongiorno e che spinge Michele Serra (naturalmente un omonimo del notissimo e bravissimo corsivista e scrittore dei nostri giorni, che del resto al tempo andava ancora all'asilo) ad elaborare sul Corriere della Sera un pezzo - riflessione sulla forza della TV, già allora dirompente, ed ancora attuale, benchè siano trascorsi ormai 51 anni (questo brano è stato poi inserito nell'opera in più volumi Ventesimo secolo - Storia del mondo contemporaneo, pubblicata negli anni Settanta dalla Mondadori, e da essa lo traiamo apposta per voi):
Fra la generale costernazione, si sparse la voce giorni addietro che Mike Bongiorno era morto in un incidente automobilistico. La voce rimbalzò in America e il padre di Bongiorno si precipitò all'aeroporto di New York, dove fu fermato appena in tempo da un telegramma lampo. Comprensibilmente contrariato, Bongiorno ne parlò ai telespettatori suscitando il loro sdegno per lo stupido scherzo. A casa sua, nel frattempo, erano affluiti da ogni parte fasci di fiori e corone mortuarie !
Tutto questo è comprensibile. Meno comprensibile è invece il fatto che un'emozione appena minore si sarebbe diffusa in Italia se Mike Bongiorno avesse avuto semplicemente la polmonite o fosse stato abbandonato dalla fidanzata. Poche persone da noi sono più note ed acclamate: forse Sofia Loren. Esistono club dedicati a lui come ne esistono dedicati a Nilla Pizzi e a Claudio Villa. Nei negozi di giocattoli sono in vendita piccoli Mike in stoffa. Le ragazze tra i quindici ed i sedici anni ne sono fanatiche. Il caso è stato esaminato da impresari e psicologi senza trovare una spiegazione esauriente: in particolare poichè non abbiamo ancora nessuna valida esperienza che offre il teleschermo quando è sfruttato con accortezza...
Nessun altro veicolo aveva portato a casa nostra, così vivi, i personaggi del mondo esterno: nè la radio nè la carta stampata. Almeno una volta per settimana Bongiorno viene a farci visita e si ferma con noi un'ora buona. Non ci parla da centinaia di chilometri ma da due o tre metri. Non parla a milioni di spettatori, ma proprio a noi, come se non avesse altra platea che le nostre poltrone e altro pubblico che i nostri figli. Questa illusione è tenace ed ha fatto la fortuna della TV. In termini più generali, anche quando il personaggio televisivo non manifesta particolari doti, noi diventiamo inconsapevolmente suoi amici per il solo fatto di vederlo sullo schermo (...).
Forse fra un anno uno scienziato ci spiegherà che nel fenomeno della suggestione televisiva funziona un meccanismo para-ipnotico. Forse sono le impercettibili pagliuzze che brillano sullo schermo; forse è la particolare ricettività dello spettatore che abbandonandosi sulla poltrona lascia cadere le proprie difese. Dalla sommaria esperienza di questi anni si sarebbe indotti a concludere che il teleschermo assopisce il senso critico e il senso della realtà, cioè anche il raziocinio. Durante la trasmissione, entriamo in uno stato di minore vigilanza psichica, come ci accade qualche volta al cinema quando ci trasferiamo, senza accorgercene, nella persona del protagonista (...).
Personaggi oscuri e remoti entrano in pochi attimi nel nostro cuore. Il lupo di mare che sa a memoria le canzonette e la massaggiatrice che ha studiato Eschilo sono persone alle quali ci affezioniamo dopo cinque minuti di trasmissione. E più ci sembra stupido il loro sforzo mnemonico, più vogliamo loro bene. Se i sentimenti potessero esternarsi con immediatezza, dal milione di case che posseggono un televisore, la massaggiatrice e il lupo di mare, prima che la trasmissione sia finita, riceverebbero un milione di inviti a pranzo. E' un fatto che siamo felici quando li vediamo intascare un milione e soffriamo se non riescono a intascarlo.
Almeno in questa fase iniziale, diremmo che la TV agisce come un blando stupefacente. Ne avvertiamo persino i sintomi dell'assuefazione e le difficoltà dello svezzamento. Se salta una valvola e lo schermo rimane spento, nella casa si diffonde un'atmosfera penosa. Magari lo spettacolo non valeva nulla ma la sua scomparsa ci innervosisce, come ci innervosisce la privazione del tabacco. Un giorno, gli scienziati si accorgeranno che la TV sta modificando non soltanto la cultura e il costume, ma anche il nostro temperamento.

Come avete visto, tra inevitabili profezie e significative osservazioni, questo articolo è forse tra i primi ad analizzare spassionatamente (prendendo spunto dal travolgente successo di Mike e da certe false e stupide dicerie messe in giro da qualche cretino in quei primi giorni del 1959) cause ed effetti di un "quinto potere" il cui impatto iniziale fu davvero travolgente, anche se, come è ovvio, ora ne rimpiangiamo discrezione e garbo, specie se a confronto con la durezza, la violenza, il cinismo e la crudeltà dei nostri giorni.
Abbiamo così terminato: appuntamento a domani, con il palinsesto di un 23 gennaio di tanti anni fa e relativi spunti di commento.
Buona giornata a tutti ! ! !
CBNeas

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