giovedì 25 febbraio 2010

Mercoledì 25 febbraio 1959



TELEVISIONE

14,00 - 15,10 TELESCUOLA
Corso di Avviamento Professionale a tipo industriale
a) 14,00 OSSERVAZIONI SCIENTIFICHE
Prof. Arturo Palombi
b) 14,40 LEZIONE DI FRANCESE
Prof. Torello Borriello

la TV dei ragazzi

17,00 - 18,00 LA TROTTOLA
Settimanale per i più piccini a cura di Guido Stagnaro
In questo numero:
IL GIGANTE E IL PASTORELLO
LA LEZIONE DI MUSICA
IL CONCERTINO
LA POSTA DI PICCHIO CANNOCCHIALE
Presentano Milena Zini ed Enzo Tarascio
Pupazzi e animazioni di Maria Perego
Regia di Maria Maddalena Yon

ritorno a casa

18,30 TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio
In studio Edilio Tarantino
18,45 DUE MONDI
di Rose Franken
Traduzione di Vinicio Marinucci
Con Sarah Ferrati, Paolo Carlini, Ivo Garrani, Giusi Raspani Dandolo
Regia di Claudio Fino
(Registrazione)

ribalta accesa

20,28 TIC-TAC E SEGNALE ORARIO DELLE 20,30
20,32 TELEGIORNALE
Edizione della sera
In studio Riccardo Paladini, Ugo Zatterin e Gianni Granzotto
20,50 CAROSELLO (Senior Fabbri - Camay - Nestlè Cioccolato - Gradina)
21,00 Vittorio Gassman presenta
IL MATTATORE
Spettacolo televisivo a cura di Guido Rocca e Vittorio Gassman
Prendono parte allo spettacolo Marina Bonfigli e Paolo Ferrari
Orchestra diretta da Piero Umiliani
Scene di Veniero Colasanti
Costumi di Danilo Donati
Regia di Daniele D'Anza
22,00 I VIAGGI DEL TELEGIORNALE
L'India vista da Rossellini
Hirakud: la diga sul fiume Mahadi
22,30 Dal Palazzetto dello Sport in Roma:
RIPRESA DIRETTA DI UN RIUNIONE DI PUGILATO IMPERNIATA SULL'INCONTRO VISENTIN - MELIS
Telecronista: Paolo Rosi
Ripresa televisiva di Ubaldo Parenzo
Al termine:
TELEGIORNALE
Edizione della notte
In studio Riccardo Paladini
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Il prossimo 29 giugno saranno trascorsi dieci anni dall'improvvisa scomparsa di colui che riteniamo il più grande attore italiano dal dopoguerra in poi: Vittorio Gassman. Uomo di grande cultura e brillante intelligenza, artista completo in grado di passare dall' Orestèa di Eschilo alla più disimpegnata commedia all'italiana per il cinema e mostrare intatta la propria bravura, Gassman, genovese di nascita e romano di adozione e formazione, ex-giocatore di basket, sapeva dare sempre e comunque la propria marcia in più a qualunque copione egli si trovasse a recitare. Qualcuno lo accusava di essere sin troppo gigione, nel senso che violava la sacralità dell'impersonalità dell'attore di teatro atto a mimetizzarsi nel personaggio o forse poteva risultare stentoreo nella dizione delle poesie: a questi detrattori egli rispondeva esibendo un carattere spontaneamente aperto, gentile e disponibile, quasi in contrasto con quell'aria sorniona e da mattatore che puntualmente aveva in scena.
Già:
Il mattatore ,impeccabile, travolgente serie televisiva che rese Vittorio Gassman definitivamente popolare. Si era nel tardo inverno del 1959: al cinema proseguivano le proiezioni de I soliti ignoti , prima prova brillante di un attore finora proiettato verso la dimensione teatrale e poco legato alla celluloide (se si eccettuano Riso amaro ed Anna , fino a quel momento egli era stato sottoutilizzato in penosi melodrammi girati negli States, di cui si è sempre vergognato - nelle versioni italiane di questi lungometraggi, Gassman era forse incredibilmente, ma consapevolmente doppiato da Gualtiero De Angelis, Emilio Cigoli, Enrico Maria Salerno o altri colleghi - ). Ebbene, la TV offrì a Gassman questa ghiotta occasione destinata a risultare memorabile e magistrale: ne fa fede l'inserto da noi inserito in testa al post, un Gassman che, ospite di Mike Bongiorno a Ieri e oggi nel 1976, si rivede nello sketch del torero a briglia sciolta presentato proprio in quel ciclo di trasmissioni che ora Paolo Starvaggi, con la competenza che gli è consueta, vi illustrerà. Noi invece ci ritroveremo domani, tornando a parlare di radio e rispolverando per l'occasione una trasmissione ingiustamente poco nota e subito dimenticata, ma a noi molto cara.
Buon proseguimento di giornata a tutti ! ! !
CBNeas


È davvero difficile spiegare alle giovani generazioni, nate e cresciute con un certo tipo di tv, cosa fosse Il Mattatore, la trasmissione di Vittorio Gassman che la Televisione (allora a canale unico) mandò in onda a partire da mercoledì 4 febbraio 1959 in prima serata, dopo Carosello. Bisogna dire che, a differenza di quanto accade oggi, la tv degli esordi aveva a cuore di fornire al telespettatore uno spettacolo sì gradevole, ma anche di alto valore artistico e culturale, quando la circostanza lo consentiva.
E in questo caso la circostanza lo consentiva eccome: avere sotto contratto Vittorio Gassman, già allora grande divo del teatro e del cinema, in qualità di attore e di ideatore di una trasmissione, garantiva la certezza di un eccellente risultato sotto il profilo artistico. E la Rai, forte del jolly che aveva in mano, non badò a spese, radunando attorno al grande Vittorio un cast tecnico-artistico di prim’ordine.
Anzitutto il regista, Daniele D’Anza, insieme a Majano uno dei padri dello sceneggiato televisivo, che due anni prima aveva firmato un’ottima riduzione di Orgoglio e pregiudizio. Per uno spettacolo così recitato in effetti non serviva un mago del varietà come Falqui o Molinari, ci voleva giustappunto un regista più avvezzo alla fiction.
Per comporre le musiche de Il mattatore fu scelto Piero Umiliani, musicista di formazione jazzistica che non avrebbe bisogno di ulteriori presentazioni. La scelta non è casuale: è sua infatti la colonna sonora de I soliti ignoti che fu il blockbuster al botteghino della precedente stagione cinematografica (in cui compare un raffinatissimo pezzo intitolato proprio Blues for Gassman). Di Umiliani anche la partitura di Matador, la canzone che funge da sigla di coda (indovinate un po’ di chi è il testo…).
Di provenienza cinematografica anche il giovane costumista emiliano della trasmissione, che nei ritagli di tempo disegnò anche i costumi del nuovo film di Gassman, La grande guerra: il suo nome era Danilo Donati e nel corso della carriera vinse ben due Oscar.
Un plotone di scenografi, da Mario Chiari a Cesarini da Senigallia, tanto per citare i più rappresentativi, fu assoldato per dar vita ai tantissimi, sfarzosi fondali che si succedettero a ritmo incessante nel corso delle varie puntate. I tanti momenti danzerecci furono invece coordinati dall’austriaca di ferro Gisa Geert, la quale vent’anni dopo si ritroverà (in coppia con Franco Miseria) a firmare, a 78 anni suonati, le coreografie del primo Fantastico.
Tutti strepitosi gli attori che fecero da corollario al Protagonista: Gianni Agus, Paolo Ferrari, Enrico Viarisio, Carletto Romano, Aroldo Tieri, Franco Coop. Bravissime e affascinanti anche le signore in scena: Jula De Palma, Flora Volpini, Anna Maestri, Marina Bonfigli. Camei illustri (e spiritosi) per Paul Anka, Alessandro Cutolo, Riccardo Paladini.
L’organizzazione fu affidata nientemeno che a Sergio Bernardini, che quattro anni prima aveva aperto a Focette la Bussola, il night che diventerà un vero e proprio simbolo della dolce vita anni ’60, dove si esibiranno tutti i grandissimi dello spettacolo italiano e mondiale.
Ma in cosa consiteva questo Mattatore? In teoria, un vasto excursus tra i mattatori di vari ambiti, dalla storia alla musica, dal costume allo sport. In realtà, un pretesto per esibire le innegabili doti istrionistiche di Gassman, impegnato di volta in volta nei panni di Giulio Cesare, Cyrano o Figaro, ma anche del presidente di una squadra di calcio o di un toreador, giusto per citare qualche interpretazione.
La struttura del programma quanto mai flessibile, in rottura con la giovane tradizione del piccolo schermo italico, dove la scaletta delle trasmissioni già era permeata di sacrale rigidità. Nelle dieci puntate del Mattatore Gassman, rigorosamente in diretta (l’ampex ancora non l’avevano inventato), non solo interpretò monologhi o scenette con il resto della compagnia, ma cantò, ballò, eseguì perfino esercizi ginnico-atletici, sfruttando il suo fisico da ex sportivo.
Curata dallo stesso Gassman e dal commediografo Guido Rocca, la trasmissione si avvaleva dei copioni di un ex giornalista bolognese, Federico Zardi, ora affermato autore teatrale grazie alla sua opera I giacobini, che nel ’62 diventerà uno sceneggiato televisivo di successo.
Nella stesura dei testi, Zardi ebbe collaboratori illustri come la coppia di sceneggiatori leggeri Corbucci & Grimaldi e nientepopodimenoché Indro Montanelli, acutissimo creatore di sketch satirici, talvolta massacrati dalla rigidissima censura della Tv di Stato.
A proposito di censura, proprio nella puntata del 25 febbraio ’59 sarebbe dovuta andare in onda una scenetta in cui un Caino postmoderno progettava la distruzione dell’umanità. Sul copione dattilografato, Zardi inserì una nota a penna: Parlare come Ariosto (nel senso del personaggio interpretato da Gassman un paio d’anni prima a teatro nella commedia I tromboni). Ma il funzionario, temendo che l’autore volesse suggerire un’irriverente imitazione del sottosegretario allo spettacolo Egidio Ariosto, blocco lo sketch!
In conclusione, Il mattatore era uno spettacolo unico nel suo genere, che mischiava satira, teatro classico (preso di peso o attraverso qualche rilettura) e ironia raffinata. Certo, soffriva un po’ della gigioneria e del narcisismo di Vittorio Gassman (che Achille Campanile dalle colonne dell’Europeo non mancò perfidamente di definire il matt’attore), ma a uno così lo si poteva perdonare.
Una nota, in conclusione: a differenza della quasi totalità delle trasmissioni dell’epoca, le dieci puntate de Il mattatore sono sopravvissute dopo mezzo secolo e risultano perfettamente conservate nelle Teche Rai. Meno male!
Grazie per la cortese attenzione, cari amici del Focolare. E a presto!!

Paolo Starvaggi

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