mercoledì 6 luglio 2011

Venerdì 6 luglio 1973



NAZIONALE

la TV dei ragazzi

18,15 LA GALLINA
Programma di films, documentari e cartoni animati
In questo numero:
- Scherzi freddissimi
Prod.: Van Beuren Corporation
- I nostri animali domestici
Prod. BFA
- Le storie di Nonna Pecora: La giostra dei lupi
Prod. : Televisione Cecoslovacca
18,45 SKIPPY IL CANGURO
Tanti di questi giorni
con: Ed Devereaux, Tony Bonner, Ken James, Garry Pankhurst
Regia di Eric Fullilove
Prod. : Norfolk
19,15 VANGELO VIVO
a cura di Padre Guida e Maria Rosa De Salvia
Regia di Michele Scaglione

GONG (Milkana Oro - Frottée superdeodorante)

ribalta accesa

19,45 TELEGIORNALE SPORT
TIC - TAC (Aperitivo Cynar - Olà - Tonno Palmera - Lignano Sabbiadoro - Bac deodorante)
SEGNALE ORARIO
CRONACHE ITALIANE
ARCOBALENO 1 (Brandy Vecchia Romagna - Nuovo All per lavatrici - Calzature Superga)
CHE TEMPO FA
In studio Edmondo Bernacca
ARCOBALENO 2 (Sapone Lemon Fresh - Cristallina Ferrero - Wilkinson Sword S.p.A.)
20,30 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Willy De Luca
CAROSELLO
(1) Norditalia Assicurazioni - (2) Mentafredda Caremoli - (3) Bagnoschiuma Vidal - (4) Martini - (5) Biscotti Mattutini Talmone
I cortometraggi sono stati realizzati da: 1) Cartoons Film - 2) Produzione Montagnana - 3) Unionfilm P.C. - 4) Registi Pubblicitari Associati - 5) Studio Marosi

21,00 STASERA
Settimanale di attualità
a cura di Carlo Fuscagni
DOREMI' (Stock - BP Italiana - Olio di semi Topazio - I Dixan - Arredamenti componibili Salvarani)
22,00 ADESSO MUSICA
Classica Leggera Pop
a cura di Adriano Mazzoletti
Presentano Vanna Brosio e Nino Fuscagni
Regia di Luigi Costantini
BREAK (KiteKat - Magnesia Bisurata Aromatic)
23,00 TELEGIORNALE
Edizione della notte
CHE TEMPO FA
In studio Edmondo Bernacca
SPORT

SECONDO

17,00 - 18,00 La RAI - Radiotelevisione Italiana, in collaborazione con il Ministero della Difesa, presenta:
TVM '73
Programma di orientamento professionale e di aggiornamento culturale per i giovani militari
Consulenza di Lamberto Valli
Presentano Maria Rosaria Omaggio e Beatrice Cori

- L'uomo e l'ambiente
L'uomo inquinato
a cura di Valerio Giacomini
Realizzazione di Luigi Esposito
- Il corpo umano
La riproduzione
a cura di Paolo Cerretelli
Regia di Eugenio Giacobino
- Educazione stradale
Il veicolo come arma ?
a cura di Fernando Floriani
Consulenza di Enzo De Bernart
Regia di Clemente Crispolti

TRASMISSIONI IN LINGUA TEDESCA
PER LA ZONA DI BOLZANO

SENDER BOZEN

SENDUNG IN DEUTSCHER SPRACHE

19,30 NEUE FORSCHUNGEN AUF DEM MARS
Filmbericht von Giordano Repossi
19,50 BERGE IN FLAMMEN
Ein Film von Luis Trenker
II. Teil
20,45 - 21,00 TAGESSCHAU

21,00 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE DEL SECONDO PROGRAMMA
INTERMEZZO (Industria Italiana della Coca-Cola - Bagno schiuma Fa - Insetticida Kriss - Baby Shampoo Johnson's - Candy Elettrodomestici - Coppa Rica Algida - Rasoi Philips)
21,20 PENSACI, GIACOMINO
di Luigi Pirandello
con Sergio Tofano, Luigi La Monica, Annamaria Ackermann
Scene di Antonio Capuano
Costumi di Giovanna La Placa
Regia di Carlo Di Stefano
(Replica)
Nel primo intervallo:
DOREMI' (Vov - Goddard - Salumificio Vismara - Lacca Adorn)

N.B. : i programmi di TSI - SVIZZERA e KOPER - CAPODISTRIA per il momento non sono disponibili.
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Prima di cominciare questo post, desideriamo rivolgere un pensiero ad Enrico Manca, presidente della RAI tra il 1986 e il 1991 e in precedenza anche giornalista nelle redazioni televisive e radiofoniche dell'azienda, scomparso la scorsa notte a quasi 80 anni. Assieme a Biagio Agnes, mancato a propria volta poche settimane addietro, Manca fu l'ultimo grande sostenitore della forza del servizio pubblico: benchè la qualità generale delle trasmissioni stesse incominciando ad appiattirsi proprio sul finire degli anni '80, insidiata dalla spietata concorrenza della TV commerciale, fu proprio durante la presidenza di Manca che la RAI ebbe gli ultimi grandi acuti della propria storia: basti citare Indietro tutta !, il divertente show notturno di Renzo Arbore dell'inverno 1987 -'88, e le splendide trasmissioni della RAITRE diretta da Angelo Guglielmi. A margine di tutto ciò, un'iniziale polemica con Pippo Baudo, per fortuna presto superata.

Entriamo ora nel vivo dell'odierno argomento, che si riallaccia in qualche modo al precedente, essendo i nostri riflettori pure stavolta puntati sulla TV estiva dei primi anni '70. Anzi, andiamo avanti praticamente di soli dodici mesi per soffermarci su un palinsesto RAI d'inizio luglio del 1973, un momento televisivamente significativo a seguito di qualche piccola innovazione che comunque sorprende un po' i telespettatori. Ci arriveremo tra un po': per il momento diamo uno sguardo alla programmazione pomeridiana di quel venerdì 6 luglio, incentrata inizialmente sul nuovo contenitore per i più piccini, La gallina, subentrata da poco al vecchio Uno, due e... tre, ma praticamente con le medesime modalità, antologizzando cartoons e documentari per i più giovani (anzi, meglio dire per i più piccini). E' curioso che, accanto a un documentario zoologico di produzione tedesco - orientale e a una fiaba a cartoni animati proveniente da un altro Paese comunista, la Cecoslovacchia, vi sia posto pure per un cartone nordamericano praticamente tra i primi, un esempio lampante di quella sperimentazione, certamente un po' spartana e senza effetti speciali, che comunque pervadeva i pionieri del genere. A parte Walt Disney, Ub Iwkers, Pat Sullivan e Max Fleischer, anche Amedée Van Beuren, autore forse meno noto ma non per questo da sottovalutare, diede interessanti contributi, come questa divertente fiaba dal sapore invernale, Frisky Frolics, tradotta in italiano come Scherzi freddissimi:



A grande richiesta ritornano le avventure di Skippy il Canguro, personaggio di una serie di telefilm (manco a dirlo) australiani nata nel 1966 e importata intorno al 1970 - '71 dalla RAI. Serie accattivante, dalle sceneggiature semplici quanto avvincenti, che però la nostra televisione, almeno in quel periodo, trasmette senza seguire l'esatto criterio della successione originaria degli episodi, fors'anche perchè ogni storia si sviluppa e si esaurisce nell'arco della mezz'ora assegnata. Pertanto quella che per la RAI è la puntata d'esordio è in realtà la quattordicesima del primo ciclo (ve ne furono circa quattro in Oceania e poi in tutti i paesi anglofoni - Canada e Stati Uniti compresi - e ispanofoni). Ad ogni modo, puntualmente irrompe l'allegro e saltellante motivetto per banjo, ritmi e coro di voci bianche che fa da sigla musicale alla trasmissione:



Alla fine di maggio, il Radiocorriere TV aveva pubblicato una notizia sorprendente e forse non molto gradita a chi aveva fatto e faceva trofei di certe abitudini, di certi feticci del piccolo schermo:

Fra qualche giorno i telespettatori non troveranno più all'abituale appuntamento molte delle sigle tradizionali della pubblicità televisiva. Non troveranno più il globo di carte di Girotondo, la scatola a sorpresa di Gong, il diligente pubblico del dialogo tennistico di Tic-tac, la freccia di Arcobaleno. Nell'intento infatti di conferire anche alla presentazione dei comunicati pubblicitari un tono più moderno e per rispondere al tempo stesso all'esigenza di ottenere una maggiore snellezza ed essenzialità nel flusso della programmazione, è stato deciso di rinnovare l'impianto di raccordo delle rubriche pubblicitarie televisive. Con le sole eccezioni di Carosello e di Intermezzo che conserveranno almeno per il momento la loro consueta formula, tutte le rubriche pubblicitarie TV cambieranno d'abito. A rivestirle di nuovi panni sono stati chiamati la Lodolo Film e la Recta per la parte grafica e i maestri Marcello De Martino e Massimo Catalano per la parte sonora. Il nuovo e più sobrio guardaroba della pubblicità televisiva dovrebbe - superato il primo momento di sorpresa - incontrare il gradimento del pubblico della televisione, sottolineando, in qualche modo, l'aspetto di servizio piuttosto che l'aspetto spettacolare del messaggio pubblicitario.
(dal RADIOCORRIERE TV n. 23, 3 - 9 giugno 1973, pag. 27)

Quel triste giorno è arrivato domenica 1° luglio: addio al misirizzi che usciva dalla scatolina e percuoteva il gong (record di permanenza della sigla: ben 14 anni !), rimpiazzato da disegni realizzati con le prime rudimentali tecniche grafiche elettroniche; alla freccia pronta a colpire puntualmente il bersaglio, sostituita dapprima da anonime palline e poi (da ottobre) da una ruota; a successioni geometriche varie, cui subentrano delle circonferenze; al fuoco di fila di parole inglesi, mandate in pensione da un bel sole. In autunno, il globo di carta cederà il posto a delle palline vaganti. Ovunque, non più il titolo glorioso di ogni singolo spazio (che comunque sarà formalmente mantenuto per convenzione e comodità nei palinsesti fino alla fine del 1976), bensì un'anonima P (che sta per Pubblicità, ovviamente). Ecco la nuova sigla di Tic-tac, destinata ad avere vita breve e ad essere sostituita a propria volta nella primavera successiva:



Anche il TG delle 20,30 cambia in quei giorni la propria scenografia: viene inaugurato un nuovo studio frutto di mesi di realizzazione, con un'enorme scrivania a ferro di cavallo che ospita tutti i giornalisti chiamati a commentare i fatti del giorno, mantenendo così quello spirito di coralità che è il distintivo di quella felice stagione telegiornalistica, animata da grandissimi nomi: Mario Pastore, Gianni Pasquarelli, Sergio Telmon, Vittorio Citterich, Lello Bersani, Tito Stagno, Maurizio Barendson... e scusate se è poco ! Nella lunga scrivania sono posizionati dei piccoli monitor di servizio a fianco del classico telefono di comunicazione con la regia, il che rende più moderno l'aspetto formale dell'approccio tra telespettatore e mezzobusto (inoltre, da questo momento il nome di ciascun giornalista è scritto per esteso e non con la sola iniziale puntata del prenome seguita dal cognome: quindi, non più V. Citterich, per esempio, ma Vittorio Citterich).

Carosello, come già accennato da quell'articoletto testè trascritto più sopra, mantiene per il momento le coordinate consuete, sigla compresa (nei DVD curati da Guia Croce, quelli del 2007 pubblicati inizialmente in allegato a La Repubblica e a L'Espresso e poi ripubblicati in cofanetto dalla Cecchi Gori Home Video e quelli usciti lo scorso anno con La Stampa, che presentano le varie réclames debitamente ordinate cronologicamente, l'ultima versione della sigla fa capolino già col 1973, ma in realtà essa esordirà solo coi primi del '74). Tra i cinque comunicati che passano la sera di quel 6 luglio ve ne sono ben tre che vale la pena considerare mitici. Il primo - che qui vi proponiamo in una versione rielaborata: sono altresì disponibili solo filmati precedenti... comunque è un'occasione per ascoltare la calda voce dell'attore torinese Fabrizio Casadio, assieme ad Alfredo Danti e a Carlo Bonomi il più grande e più famoso speaker di annunci pubblicitari TV - è sicuramente il capolavoro della Unionfilm, casa di produzione il cui regista di punta è il toscanissimo Vieri Bigazzi, che sposò ben presto la causa pubblicitaria dopo aver girato (nel 1956, quindi praticamente agli inizi della televisione italiana) alcune riduzioni di atti unici di Eduardo De Filippo per il piccolo schermo, ritrovate nei primi anni Duemila dopo decenni di oblio tra le polveri della teleteca. Basta ricordare un cavallo bianco che galoppa su e giù per l'Italia, tra città, borghi e litorali, una trascinante musica scritta da un misconosciuto compositore inglese, un certo Keith Papworth, un fragrante bagnoschiuma... e la macchina dei ricordi comincia ad essere azionata nella mente di tutti gli over 40 , senza esclusione alcuna:



Ornella Vanoni ha un passato di testimonial, ma, a differenza di Mina, Rita Pavone o Patty Pravo, non si è mai legata direttamente al prodotto reclamizzato. L'occasione di identificarsi in qualche modo con esso le arriva proprio a partire da quella sera, debutto di una serie di canzoni da lei interpretate e offerte dal vermouth finanziato dalla ricca famiglia torinese dei Rossi di Montelera, con tanto di codino finale, ovviamente tutto cantato dalla stessa artista milanese, che riprende a tempo di bossa nova il jingle del Martini, già conosciuto da un paio d'anni e finora eseguito da un anonimo coro femminile. Anche ben oltre la fine di Carosello, Ornella Vanoni e il vermouth rosso, bianco o dry saranno praticamente una cosa sola:



Un grande ritorno, grazie pure alle insistenti richieste del pubblico più giovane (che lo dava per disperso da due anni almeno), è quello dell'avventuriero messicano Miguel, con l'inconfondibile motto Miguel son mi ! . Nato nel 1967 dalla matita di Paul Campani e Max Massimino Garnier e reso riconoscibile dalla celeberrima canzoncina di Romano Bertòla (Mamma, mamma, lo sai chi c'è ? ), eseguita inizialmente dal complesso torinese Los Gildos - subentrato a quello, sicuramente più celebre, dei Marcellos Ferial, ritiratisi all'ultimo momento - e l'intervento dello stesso Bertòla intento a pronunciare la frase di Miguel (una cosa, a detta dell'estroso musicista, paroliere e scrittore piemontese, nata per puro caso: un registratore acceso nel momento in cui il buon Romano spiegava agli amici musicisti alcuni passaggi dell'interpretazione del motivetto che non lo convincevano), il personaggio è soggetto a un certo restyling per la rentrée caroselliana. Di ciò si occupa lo studio torinese di Anacleto Marosi, come Bertòla uscito dalla Armando Testa (Delfa Film) e con Bertòla fondatore della casa di produzione Camera Uno - People. La canzoncina - e non poteva essere altrimenti - rimane praticamente la stessa, solo appena un po' aggiornata nell'arrangiamento (domanda: la voce del dicitore del codino è per caso di Mario Brusa ?). Uscito dalla produzione della Venchi Unica - Talmone il vecchio e glorioso Merendero del '67, rimane il personaggio del Dindondero, ma viene lanciata una nuova linea di biscotti. Miguel otterrà di nuovo il successo degli anni precedenti, ma ciò non servirà a salvare la Talmone dal fallimento aziendale di un paio d'anni dopo. Oggi esiste solo il marchio Venchi, ma si limita a produrre ed esportare in tutto il mondo i Gianduiotti, uno dei tanti vanti della tradizione dolciaria torinese e piemontese, sicuramente la migliore d'Italia:



La serata rispetta un po' i canoni classici del venerdì di quel periodo, con l'immancabile appuntamento con la prosa, da qualche anno dirottato sul Secondo Canale ma ugualmente molto seguito. Ad ogni modo, essendo ormai estate, la RAI ripropone alcune produzioni, realizzate negli anni precedenti, di lavori teatrali più o meno noti, comunque atti a godere di alti indici di gradimento (era la cosa che allora contava di più, non il numero nudo e crudo del pubblico in visione e all'ascolto). Ne è un lodevole esempio l'ottima edizione di Pensaci, Giacomino !, dramma di Luigi Pirandello (una maschera nuda scritta nel 1916 dal grande autore siciliano), registrata nel 1970 presso gli studi napoletani della RAI - TV con un protagonista davvero d'eccezione, Sergio Tòfano (che purtroppo scomparirà alcuni mesi dopo questa replica), nei panni del Professor Agostino Toti, uno dei personaggi preferiti dal grande e poliedrico Sto durante la sua lunga carriera di attore.
Un vecchio insegnante di Ginnasio, stufo di essere sottopagato, prende per moglie una giovane di nome Lillina, anche per garantirle un futuro: tuttavia Lillina aspetta un bimbo, concepito assieme a Giacomino Delisi, già allievo del Professore. Questi, però, non sembra preoccupato, decidendo di gestire economicamente e giuridicamente il nucleo familiare, lasciando che Lillina porti a termine la gravidanza e goda appieno dell'amore di Giacomino: è un menage à trois che, specialmente in una cittaduzza di provincia, è inevitabile oggetto di scandalo.
Nascerà Ninì e il vecchio Toti gli farà praticamente da padre, mentre in paese le dicerie aumenteranno costantemente, anche a seguito di un'inattesa eredità che toccherà direttamente al docente, spingendo di lì a poco Rosaria, sorella del malcapitato Giacomino, a convincere il fratello a rifarsi una vita con un'altra donna. Si arriva così al concitato finale del dramma (che vi diamo da leggere, non disponendo del filmato):



Toti: Ah, povero Ninì mio! povero piccino mio! che sciagura! che rovina!
E che ne sarà della tua mammina ora? che ne sarà di te, Ninì, bello mio, con una mammina come la tua, senza esperienza, senza più chi l'assista e chi la guidi? Che baratro! che baratro!


Sollevando il capo, rivolto a Giacomino: Piango, perché mio è il rimorso; piango, perché io t'ho protetto: io t'ho accolto in casa; io le ho parlato di te in modo da toglierle ogni scrupolo d'amarti!

E ora che t'amava sicura, madre di questo bambino, qua, ora tu...


Balza in piedi d'improvviso, risoluto, convulso: Pensaci, Giacomino!
Io sono buono, ma appunto perché sono così buono, se vedo la rovina d'una povera donna, la rovina tua, la rovina di questa creaturina innocente, io divento capace di tutto!
Pensaci, Giacomino!
Io ti faccio cacciar via dalla Banca!
Ti butto di nuovo in mezzo a una strada!


Giacomino: Ma sì, faccia quello che vuole, professore. Io già me l'aspettavo.

Toti: Ah, te l'aspettavi? Ma son capace di fare anche quello che non t'aspetti, sai?
Vado ora stesso, con questo bambino per mano, a presentarmi alla tua fidanzata.


Giacomino: Ah no, perdio, questo lei non lo farà, professore!

Toti: Non lo farò? E chi potrà impedirmelo?

Giacomino: Gliel'impedirò io! perché lei non ha il diritto d'andare a turbare una povera ragazza!

Toti: Non ho il diritto? E chi t'ha detto che non l'ho?
Io difendo la madre a questa creaturina! difendo questa creaturina! e difendo anche te, ingrato, che non ragioni più!
Andrò a parlarle, a parlare ai parenti, mostrerò questo piccino e domanderò se c'è coscienza a rovinar così una casa, una famiglia, a far morire di crepacuore un povero vecchio, una povera madre, e lasciar senza ajuto e senza guida un povero innocente come questo, Giacomino, come questo...
Ma non lo vedi? non hai più cuore, figliuolo mio? non lo vedi qua il tuo piccino? È tuo! È tuo!


(Lo prende e glielo appende al collo.
Giacomino non resiste più, lo abbraccia, lo bacia sulla testa; e allora il professor Toti, al colmo della commozione, ride, piange, come impazzito, grida):

Toti: Santo figliuolo... santo figliuolo mio... ah che bene mi fai... lo volevo dire... lo volevo dire...
Su su, andiamo, ora! Andiamo via subito! Non perdiamo tempo!
Così come ti trovi! Via, via, tutti e tre!


(A questo punto si spalanca l'uscio laterale a destra e irrompono Rosaria, don Landolina e Filomena, gridando insieme):

Rosaria: No, no, Giacomino, che fai? che fai? Così ti lasci trascinare?

Landolina: Di violenza? È inaudito! Peccato mortale, Giacomino!

Filomena: Misericordia! Misericordia!

Giacomino(a Rosaria): Non posso più sciogliermi, Rosaria! Lasciami andare!

Toti (a Landolina, parandoglisi davanti): Vade retro! vade retro! ‑ Via, via, Giacomino, non ti voltare!

(E mentre Giacomino e Ninì passano la soglia, seguita imperterrito a gridare):

Vade retro! Distruttore delle famiglie! Vade retro!

Landolina (accorrendo, gridando): Giacomino, io credo...

Toti (subito, dandogli sulla voce): Che crede? Lei neanche a Cristo crede!

TELA

Infine, essendo venerdì e nel pieno della calda stagione discografica (che regala agli ascoltatori una collana di preziose perle: Patty Pravo, Mia Martini, Marcella Bella e Gabriella Ferri, quest'ultima reduce dai trionfi televisivi del varietà Dove sta Zazà ? , firmato da Antonello Falqui con Castellacci e Pingitore), spazio ad Adesso musica - classica, leggera, pop, con finestre sul jazz e su qualcosa di elitario. Ospiti in studio, classifiche e filmati (sia, ovviamente, di stars straniere del pop - rock, sia di nostri interpreti impossibilitati a presenziare in via Teulada, ma pubblicitariamente sostenuti dalle loro case discografiche, che hanno scelto come veicolo promozionale pure una breve clip) vengono introdotti da una coppia molto affiatata: da una parte c'è la bellissima Vanna Brosio, una piemontese molto dolce e affezionata sia ai bambini che ai gatti; dall'altra c'è Nino Fuscagni, fratello del giornalista Carlo ma non per questo mediocre conduttore o attore, anzi... . La coppia Brosio - Fuscagni funzionerà ben oltre Adesso musica e per questo amiamo ricordare Bella senz'anima, viaggio domenicale nella canzone italiana soprattutto degli anni '60 andato in onda nell'estate del 1977.
Il 19 giugno del 2010, all'età di 67 anni, Vanna Brosio se n'è andata, lasciando un vuoto soprattutto tra coloro i quali l'amarono e l'apprezzarono, non solo come versatile e raffinata presentatrice radiotelevisiva, ma anche e soprattutto come cantante. A lei spesso toccava interpretare le sigle dei programmi da lei condotti: già nel '72, in occasione della prima serie di Adesso musica, sua fu l'esecuzione della graziosa Oggi, domani, sempre che chiudeva l'appuntamento settimanale con le novità dal mondo delle sette note. Nel 1973 ecco invece una marcetta molto orecchiabile, scritta da Franco Pisano con il testo di Castellano e Pipolo e con la partecipazione del coro I Cantori Moderni di Alessandroni: Viva noi !.



Termina così il nostro excursus televisivo datato 6 luglio 1973: vi informiamo che, a brevissima scadenza, ritroveremo il nostro Gabriele Sbattella e la sua personalissima macchina sportiva del tempo che lo condurrà di nuovo a Monaco di Baviera, per l'atto finale del campionato mondiale di calcio 1974.

A prestissimo, quindi, e grazie sempre per le testimonianze d'affetto, i complimenti e magari le critiche a un blog che, in un anno e mezzo di vita, conquista sempre più i telenostalgici !

Buona serata da
CBNeas ! ! !

2 commenti:

Davide Camera ha detto...

E'il caso di dire che la scenografia del telegiornale era in effetti una vera e propria scenografia virtuale. Il fondo era tutto in croma-key e poteva essere una diapositiva o una telefoto alle spalle del giornalista, ma in caso di collegamenti o nella sigla che riprendeva il "totale" dei giornalisti, alle loro spalle appariva una vero e proprio fondale con tanto di eidophor, anche se credo si trattasse di un modellino con un monitor che però, in quella situazione virtuale, sembrava uno schermo molto grande. Un Radiocorriere uscito in quel periodo mostrava proprio una foto con cinque giornalisti che posavano per mostrare la nuova scenografia (uno era Bruno Vespa di sicuro, un altro credo fossde Maurizio Barendson). In realtà non ricordo mai di averne visti cinque in studio, forse solo nei tg inaugurali della nuova scenografia.

Davide Camera ha detto...

quanto alla voce dello spot Talmone: credo proprio che si tratti di Paolo Testa, che tra l'altro a Torino aveva lavorato nel 1969 prima di essere assunto come annunciatore sostituto. La sua voce e il suo modo di dire "buongiorno" mi suonano molto familiari