giovedì 24 novembre 2011

Domenica 24 novembre 1974



NAZIONALE

11,00 Dal Santuario della Madonna del Carpinello in Visciano (Napoli)
SANTA MESSA
celebrata da Mons. Guerino Grimaldi, Vescovo di Nola
Commento di Pierfranco Pastore
Ripresa televisiva di Don Carlo Bàima
- DOMENICA ORE 12
a cura di Angelo Gaiotti

12,15 A - COME AGRICOLTURA
Settimanale a cura di Roberto Bencivenga
Realizzazione di Maricla Boggio
12,55 CANZONISSIMA ANTEPRIMA
Presenta Raffaella Carrà
con Maria Giovanna Elmi
Regia di Antonio Moretti
13,25 IL TEMPO IN ITALIA
In studio Andrea Baroni
BREAK (Dentifricio Colgate - Formaggio Philadelphia - A.E.G. - Kambusa Bonomelli - Berdieta Bevande dietetiche)
13,30 TELEGIORNALE
BREAK (I Dixan - Linea Elidor - Cera Fluida Solex)
14,00 Dallo Studio 2 di Torino
NATURALMENTE
Gioco campagnolo per cittadini
a cura di Guido Clericetti, Umberto Dòmina e Ludovico Peregrini
condotto da Giorgio Vecchietti
Regia di Alda Grimaldi
BREAK (Cento - Cosmetici Lian - Società del Plasmon)
15,00 IL CONTE DI MONTECRISTO
di Alexandre Dumas
Otto episodi di Edmo Fenoglio e Fabio Storelli
Il pane e il sale
Con Andrea Giordana e con Loris Loddi, Enzo Tarascio, Anna Miserocchi, Enrico Urbini, Fosco Giachetti, Achille Millo, Lino Capolicchio, Gastone Pescucci, Fulvia Mammi, Alberto Terrani, Giuliana Lojodice, Ugo Pagliai, Carlo Ninchi, Nino Fuscagni.
Musiche originali di Gino Marinuzzi Jr.
Scene di Lucio Lucentini
Costumi di Danilo Donati
Lettura riassunto puntate precedenti di Mariolina Cannuli
Delegato alla produzione Pier Benedetto Bertòli
Regia di Edmo Fenoglio
(Replica del 1966)
16,15 SEGNALE ORARIO
GIROTONDO (Mattel S.p.A. - Costruzioni Lego)

la TV dei ragazzi

16,17 IL FANTASTICO MONDO DEL MAGO DI OZ
Cartoni animati
16,25 ZORRO
Il sapore della frusta
Con Guy Williams, Henry Calvin, Gene Sheldon
Una Walt Disney Production
16,50 TOPOLINO
Pluto innamorato
Una Walt Disney Production

GONG (Finish Soliax - Mars Barra al cioccolato - Idro Pejo)
17,00 TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio
GONG (Stira e Ammira Johnson Wax - Amaro Lucano - Trenini elettrici Lima)
17,15 90° MINUTO
Risultati e notizie sul campionato italiano di calcio
a cura di Maurizio Barendson e Paolo Valenti
17,30 PROSSIMAMENTE
Programmi per sette sere
GONG (Pepsodent - 100 Piper Whisky - Coricidin Essex Italia - Pandoro Bauli - All Multigrado)
17,40 Raffaella Carrà presenta
CANZONISSIMA '74
Spettacolo abbinato alla Lotteria Italia
a cura di Dino Verde ed Eros Macchi
con la partecipazione di Cochi e Renato e con Topo Gigio
Coreografie di Don Lurio
Orchestra diretta da Paolo Ormi
Scene di Gaetano Castelli
Costumi di Silvio Betti
Regia di Eros Macchi
TIC - TAC (Curtiriso - Macchine per cucire Singer - Ormobyl - Duplo Ferrero - Agfa-Geavert - Liquigas)
SEGNALE ORARIO
19,00 CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO
Cronaca registrata del secondo tempo della partita di Serie A
BOLOGNA - TORINO
Telecronista Nando Martellini
- Linea Brut 33 - Confezioni regalo Vecchia Romagna
ARCOBALENO (I Dixan - Brandy Stock - Brooklyn Perfetti)
CHE TEMPO FA
In studio Andrea Baroni
ARCOBALENO (Orologi Garel - Mindol Bracco - Doria Biscotti - Caffè Splendid - Brodo Invernizzino)
20,00 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Willy De Luca
CAROSELLO
(1) Super Lauril Lavatrice - (2) Formaggio Parmigiano Reggiano - (3) Casse di Risparmio - (4) Aperitivo Bianco Sarti - (5) I Nutritivi Pandea - (6) Cioccolatini Pernigotti
I cortometraggi sono stati realizzati da: 1) B.B.E. Cinematografica - 2) Gamma Film - 3) Miro Film - 4) Cinetelevisione - 5) B.B.E. Cinematografica - 6) Audiovisivi De Mas
- Chinamartini
20,30 ANNA KARENINA
di Leon Tolstoj
Sceneggiatura di Renato Mainardi e Sandro Bolchi
Con Lea Massari, Pino Colizzi, Giancarlo Sbragia, Nora Ricci, Mariolina Bovo, Marina Dolfin, Sergio Fantoni, Luciano Melani, Mario Valdemarin, Cesare Polacco, Valeria Ciangottini, Sergio Graziani.
Musiche di Piero Piccioni
Scene di Bruno Salerno
Costumi di Maurizio Monteverde
Regia di Sandro Bolchi
DOREMI' (Pronto Johnson Wax - Sughi Condibene Buitoni - Dado Knorr - Aperitivo Cynar - Rujel Cosmetici - Confezioni natalizie Alemagna - Ceramiche Pavismalt)
21,35 LA DOMENICA SPORTIVA
Cronache filmate e commenti sui principali avvenimenti della giornata,
a cura di Giuseppe Bozzini, Nino Greco, Mario Mauri e Aldo De Martino
Condotta da Paolo Frajese
Alla moviola: Bruno Pizzul ed Heron Vitaletti
Regista Giuliano Nicastro
BREAK (Distillerie Toschi - Manetti & Roberts - Whisky Bell's - Macchine fotografiche Polaroid - Amaro Herrenberg)
22,45 TELEGIORNALE
Edizione della notte
CHE TEMPO FA
In studio Andrea Baroni

SECONDO CANALE

15,00 CAMPIONATO ITALIANO DI PALLACANESTRO
Cronaca diretta di una partita
Telecronista Aldo Giordani
16,30 - 17,00 MILANO: IPPICA
Premio delle Nazioni di trotto
Telecronista Alberto Giubilo

18,15 CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO
Cronaca registrata di un tempo di una partita di serie B
Telecronista Bruno Pizzul
GONG (Cera Overlay - Caramella Zigulì)
19,00 PIUME DI STRUZZO
Telefilm - Regia di William Sterling
Interpreti: John Carson, Mary Peach, Nora Nicholson, Elizabeth Bennet, Lloyd Lamble
Distribuzione: I.T.C.
19,50 TELEGIORNALE SPORT
TIC - TAC (Invernizzi Strachinella - Amaro Don Bairo - 3M Italia)
20,00 UN VOLTO, UN PAESE
Gino Covili e Pavullo nel Frignano
Un programma di Franco Simongini
(Replica)
ARCOBALENO (Grappa Piave - Formaggio Starcreme)

TRASMISSIONI IN LINGUA TEDESCA
PER LA ZONA DI BOLZANO

SENDER BOZEN

SENDUNG IN DEUTSCHER SPRACHE

19,00 EINE REISE UM DIE WELT
Mit dem Jugendchor und der Instrumentalgruppe Deutschnofen
Leitung: Hans Simmerle
Fernsehregie: Vittorio Brignole
19,30 DIE BUBENJAHRE
Ein Film von Henry Brandt uber den Alltag eines Dorfschullehrers in einem Hochtal des Schweizer Jura
Verleih: Telepool
20,00 KUNSTKALENDER
20,05 EIN WORT ZUM NACHDENKEN
Es spricht Heinrich Segur
20,10 - 20,30 TAGESSCHAU

20,30 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE DEL SECONDO PROGRAMMA
INTERMEZZO (Centro Sviluppo e Propaganda Cuoio - Vini Bolla - Rasoio Schick - Duplo Ferrero - Vernel - Tè Star filtro)
- Finish Soliax
21,00 I GRANDI DELLO SPETTACOLO
presentati da Lilian Terry
Regia da studio di Fernanda Turvani
James Brown all'Olympia
Realizzazione di Alexandre Tarta
DOREMI' (Camicie Ingram - Sette sere Perugina - Sole Bianco lavatrice - Confezioni regalo Vecchia Romagna - Ortofresco Liebig - Camay - Caffè Lavazza)
22,10 SETTIMO GIORNO
Attualità culturali
a cura di Francesca Sanvitale ed Enzo Siciliano
22,55 PROSSIMAMENTE
Programmi per sette sere

TSI - SVIZZERA

13,30 TELEGIORNALE 1a edizione
(A COLORI)
13,35 TELERAMA
Settimanale del Telegiornale
(A COLORI)
14,00 AMICHEVOLMENTE
Colloqui della domenica con gli ospiti del Servizio attualità,
a cura di Marco Blaser
15,15 Da Weinfelden (Turgovia)
GINNASTICA: CAMPIONATI SVIZZERI
Finale esercizi individuali
(A COLORI)
17,05 DISNEYLAND
Il Paso Fino di Portorico
Una Walt Disney Production
(A COLORI)
17,50 TELEGIORNALE 2a edizione
(A COLORI)
17,55 DOMENICA SPORT
Primi risultati
18,00 I MONROES
Arrivo nel West
Telefilm
(A COLORI)
18,50 PIACERI DELLA MUSICA
Brani di Camille Saint - Saens
eseguiti dall'Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Giapponese NHK
(A COLORI)
19,30 TELEGIORNALE 3a edizione
(A COLORI)
19,40 LA PAROLA DEL SIGNORE
Conversazione evangelica del Pastore Giovanni Bogo
19,50 INCONTRI
Fatti e personaggi del nostro tempo
Piero Scanziani nel ricordo di Srì Aurobindo
Servizio di Enrico Romero
20,15 IL MONDO IN CUI VIVIAMO
Piazze italiane
di Giuliano Tomei
La piazzetta di Capri
(A COLORI)
20,45 TELEGIORNALE Edizione principale
(A COLORI)
21,00 I GRANDI DETECTIVES
Il cavaliere Dupin in:
LA LETTERA RUBATA
da un racconto di Edgar Allan Poe
con Laurent Terzieff, Corinne Marchand
Regia di Alexandre Astruc
(A COLORI)
21,55 LA DOMENICA SPORTIVA
(PARZIALMENTE A COLORI)
22,55 - 23,05 TELEGIORNALE 5a edizione
(A COLORI)

KOPER - CAPODISTRIA

16,40 TELESPORT
BASKET
In diretta da Skopije

19,45 L'angolino dei ragazzi
STASERA RIDOLINI
20,15 CANALE 27
I programmi della settimana
20,30 L'ORO DI LONDRA
Film - Regia di Bill Moore (Guglielmo Morandi)
Int. : Jean Valmont, John Francis Lane, Bill Vanders
(A COLORI)
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Buon anno ! ! !

Eccoci finalmente giunti, dopo un mese e mezzo di lavorazione (!), al post numero 200 del nostro Focolare: speravamo in un clima giustamente festoso e leggero, col favore degli albòri del duemiladodici, ma eventi e contrattempi di ogni sorta non ce lo hanno, purtroppo, permesso.

Vorremmo, prima di tutto, rivolgere un pensiero all'uomo della coppia ritratta nella fotografia, apparentemente non pertinente al tema dei palinsesti televisivi qui trattati, che apre il presente post: si chiamava Adalberto Chiesa ed è purtroppo venuto meno il 25 novembre scorso, dopo aver molto patito. Questo nome dirà molto agli appassionati di Belle Lettere e ai lettori più curiosi e attenti: traduttore dall'inglese, ma soprattutto tra i padri del più ricco e significativo evento culturale italiano, il Salone del Libro di Torino, Chiesa ha brillato di luce propria per la totale indipendenza caratteriale che lo ha da sempre contraddistinto e che ha giustamente catturato il cuore della sua Marina, meravigliosa partner che è un'amica nostra e del Focolare Radio-TV da tempo immemorabile e alla quale, ovviamente, siamo vicinissimi in questo duro momento.

Ancora, speravamo di avere in serbo proprio in coincidenza con questo duecentesimo nostro intervento quella lieta notizia cui da tempo vi facevamo cenno: invece c'è ancora da aspettare qualche settimana prima che essa possa essere finalmente ufficializzata (si parla di fine gennaio - inizio febbraio). Provando ad essere un po' meno misteriosi, possiamo dirvi, per intanto, che abbiamo reso omaggio alla TV di ieri, meritatamente celebrata in queste pagine web, alla nostra maniera... quando sarà il momento aggiungeremo il resto !

Infine, dovendo guadagnarci il pane come titolari di un'attività commerciale ed essendo in un periodo che, recessione e lacrime ministeriali canavesane (del coccodrillo - femmina Elsa) a parte, è comunque molto caldo (la strenna, sia che riguardi il settore librario - discografico, sia che si fondi su quel découpage che la nostra coniuge insegna con competenza e disinvoltura, ci scappa sempre), e avendo il piacere e l'onore di accogliere fino a metà gennaio una bellissima stella dell'Est di nome Anja, una bambina bielorussa molto vispa e intelligente, abbiamo dovuto pazientemente centellinare la gestazione del post nell'arco delle settimane, sicchè siamo giunti alla fine delle feste natalizie senza averlo ancora concluso. Confidiamo nel riprendere presto il consueto ritmo, specialmente se e quando le urgenze di vario genere si saranno affievolite.

Ed ora cominciamo.

E' l'ultima domenica di novembre del 1974: si respira ancora aria di crisi, dopo le traumatiche ristrettezze di dodici mesi prima. Si sciopera spesso (anche in RAI: la da tempo ventilata riforma è ancora in alto mare); i prezzi aumentano; i rapimenti sono all'ordine del giorno. Malgrado tutto ciò, l'Italia comincia a prepararsi per santificare un Natale coincidente con l'inizio del terzo Giubileo del XX secolo, ma che viene alimentato una volta di più da un consumismo che almeno, rispetto a quanto si vedrà trentasette anni dopo, non scadrà in toni illogici, insensati.







Seguendo una linea editoriale nata proprio con l'austerity e subito apprezzata dal grande pubblico, anche il palinsesto televisivo di quella domenica 24 novembre 1974 riesce ad amalgamare sapientemente giochi e canzoni, repliche e programmi per i ragazzi... e poi, naturalmente, lo sport. Dopo un curioso gioco a premi su temi georgico - bucolici in onda da Torino e affidato a un conduttore simpatico, colto e intelligente come Giorgio Vecchietti (quel Naturalmente che doveva essere trasmesso in primavera ma fu bloccato per la campagna elettorale in vista del referendum sul divorzio, trattandosi di un gioco per le famiglie), viene riproposta la quinta puntata dell'ottima versione televisiva de Il conte di Montecristo di Dumas, firmata nel 1966 da Edmo Fenoglio e destinata a rivelare un attore giovane, bello e ricco di personalità, quell'Andrea Giordana che, pur essendo figlio d'arte (Claudio Gora il padre; Marina Berti la madre), recita davvero con stile e classe. In questo episodio, dal titolo Il pane e il sale (prima trasmissione; 4 dicembre 1966), siamo in una fase calda dell'intreccio: qui Edmondo Dantès, sempre impegnato nel dipanare la matassa che determinò precedentemente il proprio ingiusto arresto, assume le mentite spoglie sia dell'Abate Busoni che del nobile inglese Lord Wilmore. Gran lavoro di trucco e parrucco e strepitosa prova attoriale di Giordana: saggia l'idea di far parlare Wilmore in inglese (con sottotitoli)...insomma, un vero capolavoro del romanzo sceneggiato televisivo italiano, recentemente apparso anche in libreria, in virtù di una lodevole iniziativa della Rizzoli che, d'accordo con Rai Trade, ha provveduto a editare, nella storica BUR, i DVD della serie diretta da Fenoglio abbinati al testo del romanzo (come è già accaduto per altri capolavori della letteratura di tutti i tempi, quali l'Odissea di Omero, I promessi sposi di Manzoni e Le tigri di Mompracem di Salgàri).
Non ci resta che rivedere per intero questa bellissima puntata:










Il pomeriggio si fa sempre più assortito: la voglia di rimanere incollati al video cresce, in virtù delle proposte con cui il Programma Nazionale della RAI articola il proprio palinsesto domenicale. Per quanto riguarda la TV dei ragazzi, a parte un inconsistente cartoon - riempitivo dedicato alle avventure in chiave moderna del Mago di Oz, questo è il periodo di una serie disneyana che abbina a un episodio del secondo ciclo di Zorro (naturalmente con Armando Catalano in arte Guy Williams nei panni di Don Diego e il robusto Henry Calvin nel ruolo del buffo e simpatico Sergente Garçia) uno short a cartoni animati, scelto prevalentemente tra i tanti realizzati dagli Studios di Burbank, protagonisti gli eroi oramai immortali ed amati dal mondo intero: Topolino, Paperino, Pippo, Pluto.
Ottava puntata della seconda edizione di Zorro, quindi: il titolo originale dell'episodio in questione è Zorro and the flag of truce, ossia Zorro e la bandiera bianca, e quel pomeriggio viene messo in onda come Il sapore della frusta. Sarà successivamente ripresentato dapprima con la succitata traduzione letterale dall'inglese e in seguito come Zorro dalla parte dei Peones:




Il cartone animato che completa questa versione ridotta nei tempi dell'antico Club di Topolino vede in veste di protagonista il simpatico Pluto, il fido cagnolino di Mickey Mouse, inevitabilmente attratto da una graziosa cagnetta, tanto da essere paragonato, almeno nella versione originale del cortometraggio, a Giacomo Casanova (in questo passaggio televisivo, invece, lo short è più semplicemente intitolato Pluto innamorato):



Notizie pomeridiane (anche sportive) e anticipazioni sui principali programmi televisivi della settimana sono intervallati da alcuni telecomunicati, che vi mostriamo ancora una volta in versione cartacea (una rarità Ciccio Ingrassia testimonial dei trenini Lima: il relativo filmato è da ritrovare):







Si giunge quindi al clou della giornata, l'ottavo appuntamento con quella che sarà l'edizione conclusiva di Canzonissima. Anche per la gara canora di fine anno, abbinata alla Lotteria Italia, è giunto il momento dell'addio: la gioventù impegnata è sempre meno attenta al torneo canoro, benchè questo tenti un'ultima operazione di svecchiamento, affiancando ai cantanti e ai complessi (sdoganati l'anno precedente dopo una lunga attesa) il girone dedicato a quella che oggi si chiama musica etnica italiana e che nel '74, con maggior proprietà, viene indicata come canzone folk.
Conduttrice di Canzonissima '74 è Raffaella Carrà, la cui popolarità, specie tra i bambini, non accenna a diminuire. Anzi, sono proprio i giovanissimi a decretare l'ennesimo successo di una canzone - sigla, Felicità-tà-tà, che prende spunto da un motivetto già utilizzato in versione strumentale quale sottofondo di un carosello pubblicitario dell'Agip, di cui Raffa è testimonial da tre anni e mezzo (la campagna in atto contemporaneamente alla trasmissione di Canzonissima si segnala per la presenza dei due piloti di Formula 1 della Ferrari dell'epoca, Clay Regazzoni e Niki Lauda, intervistati nel codino dalla showgirl emiliana):



Il Tubo ci permette di seguire un'esauriente sintesi della tenzone canora che, come spiega Raffaella stessa all'inizio dell'inserto che vedrete tra poco, è giunta al secondo incontro del secondo turno. Incominciamo quindi con il ritrovare e riascoltare tre artisti davvero all'apice della popolarità: Gilda Giuliani, la Mireille Mathieu del Tavoliere delle Puglie; i sempiterni Camaleonti , che eseguono in playback L'ora dell'amore, successo di ben sette anni prima; infine Gianni Nazzaro che, da tempo in contatto con l'emergente cantautore genovese Sandro Giacobbe (autore di Questo sì che è amore, brano vittorioso - piuttosto immeritatamente, in verità - al Disco per l'Estate del giugno precedente), ne riprende il personale cavallo di battaglia, Signora mia, o meglio, ne interpreta il seguito, costruito sulla stessa melodia: Signora, addio !:



Per spezzare un po' la tensione della tenzone canora (scusate il bisticcio di parole), ecco irrompere al Teatro delle Vittorie uno dei belli cinematografici del tempo, Fabio Testi, che però delude molto, sia nel disastroso tentativo di rendere omaggio a Franco Califano, sia nell'altrettanto infelice prova di rock'n roll, nonostante l'invito di Raffa a duettare con lei in Tutti frutti:



Nuova passerella di cantanti: apre lo spezzone Gianni Bella, il quale, dopo aver degnamente figurato tra le rivelazioni dell'estate grazie a Più ci penso, ci riprova con Guarda che ti amo. Nicola Di Bari, invece, gioca quasi d'azzardo, proponendo una bellissima canzone firmata da un cantautore calabrese, un certo Salvatore Rino Gaetano, dal testo molto evocativo e descrittivo: Ad esempio a me piace il Sud. Wess e Dori Ghezzi, che poi risulteranno vincitori il 6 gennaio 1975 praticamente con i soli voti dei telespettatori (non potendo andare in onda la finalissima a causa di uno sciopero), ripescano invece il loro primissimo duetto, datato 1972, Voglio stare con te, versione italiana del brano britannico United we stand del gruppo Brotherhood of Man. Si chiude con l'angolino dedicato alle nuove canzoni di Raffaella Carrà: quel 24 novembre è il turno di Scordalo, ragazzo mio !.



Diamo uno sguardo anche al girone dedicato alle canzoni regionali: sono quel pomeriggio di scena Roma (con Lando Fiorini, interprete di Pupo biondo) e Napoli: davvero da brividi questa versione per voce e due chitarre di Simmo 'e Napule paisa', affidata al grande Fausto Cigliano, aiutato per la parte musicale dal suo Maestro di sempre, il romano Mario Gangi, forse tra i primi divulgatori della chitarra classica in Italia e sostenitore dell'introduzione della classe della seicorde in Conservatorio (fino a quel momento, in Italia, salve alcune eccezioni, bisognava diplomarsi in contrabbasso prima di dedicarsi compiutamente alla chitarra propriamente detta):



Scenetta comica con Cochi e Renato; intermezzo per i piccoli con Topo Gigio (è un cast artistico non troppo ben amalgamato: a conti fatti, chi ci guadagna di più è solo la Carrà)... invito a votare, facendo uso di un blocco di tre cartoline allegate al biglietto della lotteria: due, di colore blu, servono per esprimere le preferenze per i cantanti e i complessi leggeri, mentre l'altra, color verde chiaro, è riservata al folk. Il tutto dovrà arrivare in via Cernaia, di fronte alla stazione ferroviaria torinese di Porta Susa, entro le ore nove del mattino di venerdì 29 novembre, per poi procedere con lo spoglio dei voti. Tutto OK per entrambi gli artisti folk, dal momento che il loro accesso in semifinale viene decretato al termine delle tre puntate con un'apposita classifica. La svolta impegnata, invece, costerà cara a Nicola Di Bari, bocciato senza appello assieme a Gianni Bella: evidentemente il pubblico di Canzonissima, come sempre, è più tradizionalista. Per intanto, l'appuntamento alla domenica successiva viene rinnovato sulle note di E la vita, la vita, scritta da Enzo Jannacci e Renato Pozzetto e cantata naturalmente da quest'ultimo in duo con Cochi Ponzoni. Molto vivace il relativo videoclip, forse la sigla più bella mai realizzata dal medico - regista Eros Macchi in quarant'anni di onorata carriera:



Chi non ha voglia di canzonette, capta la TV della Svizzera Italiana e magari dispone già di un apparecchio a colori (in certe case della borghesia milanese se ne vedono da tempo, pur se è stata assorbita da tempo la sbornia di due anni prima dovuta ai Giochi Olimpici di Monaco di Baviera: lo scopo è proprio quello di seguire al meglio le emissioni di TSI e Koper, che a detta di molti sembrano qualitativamente meno pesanti di quelle della RAI), può godersi al meglio l'episodio - pilota della serie televisiva dal sapore western I Monroes, prodotta alcuni anni prima dalla ABC e già nota ai ragazzi italiani per essere stata messa in onda nella collocazione pomeridiana durante l'estate del 1970. Anche qui vi offriamo in visione l'intera trasmissione, sia pur in lingua originale anglo - americana (era l'unico documento a tal riguardo disponibile su YouTube):







Mentre i tifosi assistono incantati sul Nazionale RAI allo show di Francesco Graziani e Paolino Pulici, attaccanti torinisti che mettono complessivamente tre palloni alle spalle del povero (in tutti i sensi, visto che purtroppo è scomparso alcuni giorni fa, la vigilia di Natale) Sergio Buso, estremo difensore del Bologna, e che vengono ufficialmente battezzati, con la benedizione di Fulvio Bernardini, Commissario Unico degli azzurri, i gemelli del gol , Capodistria regala a grandi e piccini un'avventura di un grande comico statunitense, Larry Semon, più noto in Italia come Ridolini. Proprio al nostro Paese si deve un'iniziativa forse filologicamente discutibile, ma senz'altro significativa: sul finire degli anni Trenta, alcune comiche di Ridolini, appunto, originariamente mute, vennero non solo tradotte, ma anche (e addirittura) sonorizzate e doppiate, fors'anche per aggirare certi ostacoli di natura politico - autarchica. Fatto sta che queste versioni italiane e sonore di tali shorts comici vennero distribuite a lungo nei circuiti dapprima cinematografici e poi televisivi, sempre con grande successo (come dimenticare i ripetuti omaggi al personaggio, interpretato, con mimica perfetta, dal milanese Febo Conti sia in programmi della TV dei ragazzi che in alcuni caroselli ?). Abbiamo scelto per voi Ridolini granduca , ossia A pair of kings:




Altra serie di consigli per gli acquisti...dell'epoca:









Dal Tic-Tac del Secondo Canale (dall'inizio del 1974, Gong, Tic - Tac e Arcobaleno vanno in onda su tutte e due le reti, informazione sfuggita un po' a tutti gli storici della pubblicità televisiva italiana) vi proponiamo il telecomunicato ricavato dall'ultimo grande trionfo carosellistico della Gamma Film di Gino e Roberto Gavioli, ovvero le avventure del goffo e imbranato frate Cimabue (Fai una cosa e ne sbagli due !, ripete il coretto - tormentone) che reclamizzano un liquore distillato nel Canavese, praticamente al confine pedemontano - valdostano, il Don - dapprima Dom - Bairo (dal nome di una cittadina nei pressi di Ivrea, Bairo Canavese, appunto):



Tra i sei spot che compongono la scaletta del Carosello in onda quella domenica sera, merita una certa attenzione un'altra produzione della Gamma Film, stavolta senza scenette animate o personaggi, bensì con alcuni indovinati accorgimenti tecnici atti a creare effetti davvero inediti per i tempi:



Queste immagini quasi tridimensionali si susseguono sulle note di un motivetto boogie (composto da Paolo Beldì - sì, proprio il regista televisivo novarese, figlio del titolare di un'agenzia pubblicitaria - ), sul quale Alfredo Danti rappeggia: Tu - che lavori - che studi - che corri - che giochi - che bruci bruci bruci tutta quanta l'energia.... Anche questo filmato, il cui ricordo è sopito nella nostra memoria, meriterebbe di essere ritrovato e ripescato. Accontentiamoci per ora del cartaceo...



E' invece disponibile un esempio tratto da un'altra famosissima serie, nata proprio in quei mesi e protrattasi fino ai primi del 1978 (quindi, già abbondantemente fuori dal recinto di Carosello), con Ubaldo Lay che veste per l'ennesima volta i panni del Tenente Sheridan. E' la seconda volta che il Dottor Bussa (l'attore capitolino è laureato in Giurisprudenza) fa pubblicità con addosso il classico impermeabile del detective creato nel 1959 da Mario Casacci e Alberto Ciambricco: una decina d'anni prima le sue indagini erano il pretesto per lanciare lamette da barba (quelle delle Acciaierie di Bolzano). Ora invece, dopo un giallo flash di un minuto o poco più (da settembre le scenette dei caroselli non durano più cento secondi), si festeggia la risoluzione del caso bevendo il Bianco Sarti. Una curiosità: Ubaldo Lay subentra, quale testimonial dell'aperitivo vigoroso, a un collega il cui vero cognome è simile al proprio: Amedeo Nazzari, nato Amedeo Buffa, mentre, come già accennato, Lay si chiama in realtà Ubaldo Bussa.
Godiamoci dunque questo breve, ma certamente ancora ricordato Carosello, Parola di Sheridan:









La serata offre due distinti spettacoli in grado di incontrare sempre e comunque un certo gradimento. Sul Nazionale prosegue l'ottima serie che Sandro Bolchi e Renato Mainardi hanno ricavato da Anna Karenina di Leon Tolstoj, con una bravissima Lea Massari, la quale dimostra di dare un tocco personale a un ruolo che, essendo già stato portato con grande successo sugli schermi cinematografici da Greta Garbo e poi da Vivien Leigh, si presta giocoforza a confronti di ogni sorta e dimensione. Sul Secondo, invece, termina una nuova edizione de I grandi dello spettacolo, ossia registrazioni televisive di esibizioni dal vivo di attori, cantanti e fantasisti di fama universale. Si tratta per lo più di filmati importati da altri paesi, ma che consentono di vedere in scena artisti raramente destinati a metter piede sul suolo italico. A introdurre queste performances pensa Lilian Terry, la cantante jazz maltese che gode da tempo pure di fama in veste di conduttrice radiofonica di programmi musicali.
E' davvero un gran finale quello della summenzionata serie: viene infatti diffusa un'esibizione, tenuta all'Olympia di Parigi, nientemeno che da the Godfather of Soul, lo scatenato, trascinante eppur sensibile James Brown, figura umanamente complessa, ma artisticamente straordinaria.
Abbiamo trovato, ripresi a colori, due estratti da quel recital, nei quali possiamo riascoltare alcuni cavalli di battaglia dello stravagante cantante afroamericano morto nel 2006: cominciamo con Superbad e Get involved.



Nell'altro filmato, oltre a There was a time, c'è un vero capolavoro, forse il simbolo della produzione anni '70 di James Brown: Sex machine.







E così anche questa domenica se ne va, tra moviole, commenti, interviste e goals, secondo copione. Finisce anche questo nostro post: mentre scriviamo sono appena passate le due pomeridiane di domenica 8 gennaio 2012, per cui ci scusiamo ancora per i tempi biblici (dovuti a cause di forza maggiore) con i quali abbiamo confezionato questa ennesima, gradevole e gradita (speriamo) cavalcata televisiva di un'era sempre più lontana nel tempo, ma sicuramente vicina nel cuore di tutti, specialmente di noi ex - bambini.

Promettendovi di essere molto più solerti d'ora in avanti, pronti a festeggiare il secondo compleanno del nostro Focolare (che cadrà tra una decina di giorni), vi rinnoviamo i nostri auguri per un 2012 meno duro e pesante di quanto non sia stato l'anno appena concluso e vi salutiamo caramente e cordialmente.

A presto ! ! !

Con affetto,

CBNeas

sabato 12 novembre 2011

Mercoledì 12 novembre 1975



NAZIONALE

12,30 SAPERE
Aggiornamenti culturali
coordinati da Enrico Gastaldi
Contropiede
a cura di Duilio Olmetti
Consulenza di Aldo Notario
Regia di Guido Arata
12,55 VITA ANIMALE IN NORVEGIA
Documentario
13,25 IL TEMPO IN ITALIA
BREAK
13,30 TELEGIORNALE
14,00 - 14,10 OGGI AL PARLAMENTO
Prima edizione

17,00 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio

per i più piccini

17,15 UOKI TOKI
Un programma di Donatella Ziliotto
Realizzazione di Norman Paolo Mozzato
Presentano Armando Bandini e Riccardo Rossi
In questo numero:
Le furberie di Scapino
di Molière

la TV dei ragazzi

17,45 RIDERE, RIDERE, RIDERE
con Al St. John in
Avventure sui binari
Distr.: Kristiane Kleffer
18,00 ERNESTO SPARALESTO e SNOOPER E BLAPPER
in
- Una puzzola in miniera
- La famiglia degli abominevoli
- I perfetti servitori

Cartoni animati di William Hanna e Joseph Barbera
Distr.: Screen Gems
18,20 GENTI E PAESI
Appunti di viaggio di Carlo Alberto Pinelli e Folco Quilici
Popoli in movimento
Realizzazione di Raffaello Ventola

GONG
18,45 SAPERE
Aggiornamenti culturali
coordinati da Enrico Gastaldi
Il jazz in Italia
a cura di Carlo Bonazzi, Franco Cerri e Franco Fayenz
Regia di Vittorio Lusvardi

19,10 TIC - TAC
SEGNALE ORARIO
CRONACHE ITALIANE
CRONACHE DEL LAVORO E DELL'ECONOMIA
a cura di Corrado Granella
OGGI AL PARLAMENTO
Edizione serale
ARCOBALENO
CHE TEMPO FA
ARCOBALENO
20,00 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Willy De Luca
CAROSELLO
20,40 TURNO C - SPECIALE
a cura di Giuseppe Momoli
L'autunno sindacale
Programma di Gianfranco Albano, Giuseppe Momoli, Walter Preci e Livia Sansone
DOREMI'
21,45 MERCOLEDI' SPORT
Telecronache dall'Italia e dall'estero
Forlì: Pallacanestro
Campionato italiano Serie A1
JOLLY COLOMBANI FORLI' - MOBILGIRGI VARESE
Telecronista Aldo Giordani
(Cronaca diretta del secondo tempo)
BREAK
22,45 TELEGIORNALE
Edizione della notte
CHE TEMPO FA

SECONDO

18,45 TELEGIORNALE SPORT
GONG
19,00 SIM SALABIM
Spettacolo di Sergio Paolini e Stelio Silvestri
condotto da Silvan
con Evelyn Hanack, Pietro De Vico e Gigi Reder
Scene di Eugenio Guglielminetti
Complesso diretto da Luciano Fineschi
Coreografie di Paolo Gozlino
Regia di Romolo Siena
(Replica del 1973)
TIC - TAC
20,00 CONCERTO DELLA SERA
Musiche di Sergej Prokofiev e Ferenç Liszt
Regia di Lelio Golletti
ARCOBALENO

Trasmissioni in lingua tedesca
per la zona di Bolzano

SENDER BOZEN

SENDUNG IN DEUTSCHER SPRACHE

19,00 Fur Kinder und Jugendliche
KLI-KLA-KLAWITTER
Eine Sendung fur Kinder im Vorschulalter
19,30 DIE HALSKETTE
Eine Spannende Filmgesichte
19,55 AKTUELLES
20,10 TAGESSCHAU

20,30 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE DEL SECONDO PROGRAMMA
INTERMEZZO
21,00 IL BOOM
Film - Regia di Vittorio De Sica
Int. : Alberto Sordi, Gianna Maria Canale, Elena Nicolai, Ettore Geri, Mariolina Bovo, Sandro Merli, Maria Grazia Buccella
DOREMI'

TSI - SVIZZERA

16,55 INTERVISIONE - EUROVISIONE
Unione Sovietica: Kiev
CALCIO: URSS - SVIZZERA
Incontro valevole per il campionato europeo per nazioni (Girone eliminatorio)
Telecronista Giuseppe Albertini
18,55 JAZZ CLUB
Eddie Vinson al Festival di Montreux
(A COLORI)
TV - SPOT
19,30 TELEGIORNALE 1a edizione
(A COLORI)
TV - SPOT
19,45 ARGOMENTI
Donne in Gran Consiglio
TV - SPOT
20,45 TELEGIORNALE Edizione principale
TV - SPOT
21,00 NINA
di Andrè Roussin
Traduzione di Belisario Randone
Con Paolo Carlini, Carlo Alighiero, Emma Danieli
Regia di Adalberto Andreani
22,45 TELEGIORNALE 3a edizione
(A COLORI)

KOPER - CAPODISTRIA

18,30 TENNIS DA TAVOLO: JUGOSLAVIA - SVEZIA
19,55 L'ANGOLINO DEI RAGAZZI
Cartoni animati
(A COLORI)
- ZIG - ZAG
20,15 TELEGIORNALE
- ZIG - ZAG
20,30 PICCOLI E GRANDI FELINI
Documentario
(A COLORI)
- ZIG - ZAG
21,30 ROCK MUSIC SPECIAL
(A COLORI)
22,00 BIGORRE, PAESE DALLE MOLTE VERITA'
Documentario
(A COLORI)

A 2 - FRANCIA

15,30 KUNG - FU
Telefilm
(A COLORI)
16,20 UN SUR CINQ
(A COLORI)
18,55 DES CHIFFRES ET DES LETTRES
(A COLORI)
19,44 C'EST UN TRUC
Gioco
(A COLORI)
20,00 JOURNAL DE TELEVISE'
(A COLORI)
20,30 MANNIX
Telefilm
(A COLORI)
23,00 JOURNAL DE TELEVISE'
(A COLORI)

TMC - MONTECARLO

20,00 TRIANGOLO ROSSO
La fuga
Telefilm
20,50 IL BELLO, IL BRUTTO, IL CRETINO
Film - Regia di Giovanni Grimaldi
Con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
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Il signore ritratto nella fotografia introduttiva non dirà alcunchè a molti di voi, ma basterà declinarne nome e cognome per farvi accendere (specie se siete nati entro la fine degli anni Sessanta) la classica lampadina: Enrico Gastaldi, torinese, giornalista e funzionario RAI, balzato alla notorietà dapprima come curatore e conduttore della radiofonica e pre-sessantottesca Tribuna dei giovani e successivamente, in televisione, come l'uomo del Sapere. Già, perchè nel 1969, dopo due anni di gestione da parte dapprima di Luciano Tavazza (canavesano di Ivrea) e poi del fiorentino Silvano Giannelli, anch'essi intellettuali dalla formazione altamente cattolica, il coordinamento della trasmissione televisiva che, mirando a fornire elementi di educazione permanente attraverso precisi orientamenti culturali e di costume (come ben spiega il relativo sottotitolo), si prefigge di istruire quei telespettatori in precedenza costretti dalla vita a studiare ben poco per mettersi presto a lavorare, passa proprio nelle sue mani. In quel periodo Sapere (il cui inconfondibile simbolo grafico è un cubo semovente) segue per lo più criteri di approfondimento su temi di varia umanità, sia in un contesto culturale che sociale, oltre che impartire lezioni di inglese e francese che vengono diffuse dal Secondo Canale. Quando però, nel 1971, durante l'anno sabbatico di sospensione delle trasmissioni scolastiche patrocinate dallo stesso Ministero della Pubblica Istruzione, si assiste a una mini - riforma dei programmi televisivi educativi, scorporando i corsi linguistici, Enrico Gastaldi e Raffaele Crovi fanno un ragionamento che risulta decisivo: andando in onda nel tardo pomeriggio e poi, in replica, all'ora di pranzo del giorno successivo, il potenziale pubblico in visione e all'ascolto di Sapere è composto prevalentemente da scolari, studenti e - soprattutto in occasione delle repliche meridiane - casalinghe. Bisogna quindi puntare su una formula meno barbosa, più efficace, tendente a spettacolarizzare leggermente le tematiche presentate senza per questo risultare banali. Ecco quindi che gli orientamenti culturali e di costume introdotti nel febbraio 1967 e andati avanti fino al giugno 1971 (a parte le repliche autunnali) cedono il posto a più semplici, ma certamente più graditi aggiornamenti culturali dall'indubbia utilità, scolastica e non:



Il volto di Sapere si fa così molto più enciclopedico e così sarà per tutti gli anni Settanta, anche se, per effetto della riforma RAI, nel '76 Gastaldi (insignito in quegli anni del Premio Regia Televisiva di Salsomaggiore, praticamente l'antenato del Telegatto) abbandonerà e la rubrica, equamente distribuita tra le due reti, dopo un breve periodo in cui sarà intitolata Sapere 1 e Sapere 2, si sdoppierà in Argomenti sulla Rete 1 (con una sigla musicale particolare: quel traditional irlandese utilizzato nella colonna sonora del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick) e Politecnico / Educazione e regioni sulla Rete 2, evidentemente per differenziare anche ideologicamente i punti di vista dei curatori dei vari cicli (cattolici da una parte, laici dall'altra).
Col senno del poi, dispiace solo notare che, a quei tempi, non fossero di dominio pubblico i supporti multimediali presenti ai tempi d'oggidì: se i mezzi fossero stati gli odierni, Sapere avrebbe avuto una copertura decisamente maggiore, non limitata al piccolo schermo (e alle costanti repliche degli argomenti risultati sicuramente più graditi ai telespettatori). Sarebbe stato un bellissimo investimento godere di Sapere anche in casa propria, una meravigliosa enciclopedia video alla portata di tutti e per tutti, sicuramente più attraente delle allora imperanti Conoscere e Universo, peraltro perfette per quei tempi in quanto si giovavano di splendide fotografie a colori.
La programmazione RAI del 12 novembre 1975 si apre con la puntata conclusiva del ciclo di Sapere dedicato alla storia e alle regole del gioco del calcio, dal titolo Contropiede, già andato in onda nei mesi precedenti e riproposto nuovamente. Testimonial involontario di questa nuova perla della ricca e inesauribile collana di Sapere è Franco Causio, il Barone della Juventus, semplicemente perchè, a fine 1974, nel presentare gli argomenti in preparazione della quotidiana rubrica di aggiornamenti culturali, il Radiocorriere - TV lanciò Contropiede proprio con una fotografia che ritraeva l'attaccante bianconero in azione, e noi approfittiamo della situazione facendovi vedere alcune azioni e segnature dell'estroso giocatore pugliese (poi Campione del Mondo nel 1982, praticamente a fine carriera):



Pomeriggio: fino all'ora del tè la RAI tace, per cui conviene fare una puntatina sulle reti estere.



Questa è la sigla di apertura delle trasmissioni di Antenne Deux (A 2), ossia la seconda rete nazionale francese, le cui emissioni sono prevalentemente a colori. Da mesi anche Lazio e Toscana, assieme alla Liguria, al Piemonte e alla Valle d'Aosta per ovvi motivi geografici, captano regolarmente i programmi transalpini, sicuramente meglio assortiti sotto il profilo dell'informazione, ma al di sotto dei nostrani (almeno allora) per ciò che riguarda l'intrattenimento e il varietà. Ad ogni modo, la curiosità non manca, anche per l'opportunità di assistere a cicli di telefilm che ancora non sono stati importati e doppiati dalle televisioni italofone, come Kung Fu, interpretato da un ennesimo esponente della dinastia di attori della famiglia Carradine (che, lo ricordiamo, vanta lontane ascendenze nostrane, esattamente toscane - Corradini - ), l'attraente e aitante David.
Vi mostriamo l'intero episodio trasmesso dalla TV francese quel pomeriggio di 36 anni fa, Chaines, ma non in edizione doppiata nella lingua di Moliére, bensì nell'originale in inglese, Chains, reperito su YouTube:








Torniamo in Italia per segnalare, tra i programmi destinati ai più giovani, l'ottima serie Uoki Toki, anch'essa a fini divulgativi, non foss'altro perchè intende invitare i bambini alla scoperta dei grandi classici del teatro e della letteratura di tutti i tempi, presentati in versione semplificata e debitamente alleggerita. A Uoki Toki (che vede un Riccardo Rossi adolescente al debutto) seguono due finestre rispettivamente sulle comiche americane e sui cartoni animati della ricca famiglia creata appositamente per le televisioni di tutto il mondo da William Hanna e Joseph Barbera, qui rappresentata dallo scatenato Ernesto Sparalesto e dalla coppia di investigatori Snooper e Blapper (un gatto e un topo). Eccovi la sigla introduttiva delle avventure di questi ultimi:



Torniamo a parlare (e ci sembra giusto, dal momento che il presente post è prevalentemente dedicato a questa gloriosa trasmissione) di Sapere:



Anche la tematica proposta nell'appuntamento del tardo pomeriggio con gli aggiornamenti culturali coordinati da Enrico Gastaldi
è di quelle davvero accattivanti: il jazz. Dopo un primo ciclo datato 1972 e dedicato alla diffusione della musica afro - americana per eccellenza in tutto il Vecchio Continente, eccone un secondo dedicato ai jazzisti di casa nostra. Ne sono curatori due veterani tra gli esperti del settore, ancor oggi, agli albori del 2012, arzilli ed attivi: lo storico e giornalista Franco Fayenz e il chitarrista Franco Cerri, con la supervisione di Carlo Bonazzi, braccio destro del musicista milanese nelle produzioni televisive dell'epoca (incluso lo splendido gioco sulla teoria musicale, riservato agli studenti delle Medie, meglio se iscritti regolarmente presso civiche scuole di musica, Chitarra e Fagotto, in onda in quel periodo al sabato pomeriggio e del quale parleremo senz'altro in futuro).

Franco Cerri non è solo l'uomo in ammollo del detersivo Bio Presto che nega cantilenando l'esistenza dello sporco impossibile, ma è anche e soprattutto un vero e proprio maestro del jazz tricolore. Per sopperire all'indisponibilità sul Tubo de Il jazz in Italia, già trasmesso ai primi del 1974 e nuovamente presentato al pubblico di Sapere nell'autunno dell'anno dopo, abbiamo scelto una recente intervista rilasciata dal grande e sempre garbato chitarrista jazz a RAISAT, corredata da filmati di repertorio e da aneddoti curiosi e interessanti:





Contributi jazzistici di rilievo ci vengono dati quel pomeriggio anche dalla TSI, ossia la TV della Svizzera Italiana, che mette in onda, al termine della disastrosa partita della Nazionale rossocrociata di calcio, travolta per 1 a 4 dall'Unione Sovietica (forte del blocco della Dinamo Kiev, allenata dal Colonnello Valerij Lobanovsky - anche selezionatore della compagine della principale potenza europea -, rivelazione della precedente stagione culminata con la vittoria in Coppa delle Coppe, ottenuta nella finale di Basilea contro i magiari del Ferençvaros), un'esibizione, registrata al festival di Montreux, di un artista sui generis, un caso piuttosto raro di cantante - sassofonista blues, di nome Eddie Vinson. Poco noto da noi, Vinson si è sempre fatto notare per questa versatilità: valido strumentista e buon cantante, viene qui presentato durante un'esibizione dal vivo che, pur non essendo proprio quella di Montreux (si tratta di un filmato ripreso negli States qualche anno dopo), lo vede impegnato in quello che è il suo pezzo più noto, Mr. Cleanhead Blues (da cui il soprannome con il quale è ben conosciuto negli ambienti jazzistici, complice la calvizie che lo contraddistingue):



Altra interpretazione di Eddie Vinson, stavolta proveniente direttamente dalle sale d'incisione, è l'essenziale e gradevole Sugar:



Dopo il dejà vu della prima serie del Sim Salabim, naturalmente con l'immarcescibile Aldo Savoldello, alias Silvan, il distinto e bravissimo prestigiatore veneziano (ma anche con un pazzo arrangiamento dixieland di Tutti frutti affidato a Luciano Fineschi e al suo gruppo), eccoci nel prime time: quella del 12 novembre '75 è una serata che, pur non sparando particolari botti, ha il pregio di offrire, tra i due canali italiani e i quattro esteri, delle trasmissioni molto variegate. Apriamo subito con la sola stazione in lingua straniera da noi qui considerata, ossia A 2, la quale regala ai propri telespettatori un nuovo episodio di una serie poliziesca statunitense che, iniziatasi sul finire degli anni Sessanta (all'incirca verso il '67 - '68), sta conquistando pian piano anche l'Europa e presto la si vedrà pure in Italia: Mannix.



Proprio alla puntata in onda quella sera, intitolata in lingua originale Turn every stone, si ispira una composizione del musicista argentino (ma statunitense d'adozione) Lalo Schifrin, che è pure l'autore della colonna sonora dell'intera serie di Mannix:



Tele Montecarlo si butta sulla comicità popolare all'italiana mandando in onda uno dei tantissimi film a carattere parodistico girati dall'irresistibile duo Franco Franchi - Ciccio Ingrassia. La scelta cade sul secondo e ultimo omaggio della coppia palermitana ai grandi spaghetti western di Sergio Leone: dopo Per un pugno nell'occhio del 1965 (ossia la presa in giro di Per un pugno di dollari, ma di produzione spagnola), seguì nel '67 Il bello, il brutto, il cretino, anch'essa versione ridanciana e spensierata dell'ultimo capitolo della Trilogia del Dollaro, ovvero Il buono, il brutto, il cattivo.
Trama semplicissima, che certamente non rende il film un capolavoro della storia del cinema, ma comunque, nel suo genere, è una perla di comicità forse un po' grossolana, fors'anche leggermente sguaiata, tuttavia assai garbata se paragonata alle scemenze e alle volgarità estetiche e verbali degli odierni cinepanettoni.
Qualcuno ha ipotizzato una sicura riscoperta postuma di Franco e Ciccio, così come lo fu per Totò: a dire il vero, a diciannove anni dalla scomparsa di Franchi e a otto e mezzo da quella di Ingrassia, non c'è stato ancora questo clamore mediatico, pur se le pellicole della coppia godono comunque di particolare attenzione da parte di Marco Giusti e degli altri studiosi dei trash - B movies italiani.
Andiamo comunque a rileggere brevemente Il bello, il brutto, il cretino , mostrandone alcune scene, a partire da quella, fondamentale per la comprensione della vicenda, dell'incontro del Brutto e del Cretino con un generale sudista, sperduto nella prateria e quanto mai assetato, non foss'altro perchè ormai privo di forze:



Il rodeo, la partita a poker vinta barando, l'incontro con la solita ragazza sensuale (che però mira a fregare il malcapitato Franco), qui impersonata da Brigitte Petry, i sogni di gloria, l'arma dell'uovo fresco per distrarre i giocatori di carte avversari quando i nodi vengono però decisamente al pettine, sono gli ingredienti che, coniugando indovinate e divertenti trovate umoristiche con certe atmosfere tipiche dei western (tanto tradizionali quanto italiani), fanno de Il bello, il brutto, il cretino una pellicola che, nell'economia delle poche pretese con cui essa è stata realizzata, ci regala ancor oggi un'ora e mezza di sano divertimento:






Sicuramente più prestigiosa è la pellicola scelta dal Secondo Canale RAI per l'allora consueta serata cinematografica del mercoledì. Si tratta di un altro film nostrano, un lavoro semiserio (ma comunque improntato ad una certa amarezza di fondo condita con l'opportunità da parte dello spettatore di riflettere) che vede insieme Vittorio De Sica e Alberto Sordi, l'uno in qualità di regista, l'altro in veste di protagonista, pronto una volta ancora a tratteggiare il tipico personaggio da lui interpretato, l'italiano medio divorato voracemente dal costante e vertiginoso cambiamento di usi, modi, mode e costumi, specie durante Il boom:



Film uscito nel 1963, punteggiato da una cattiva sceneggiatura di Cesare Zavattini, Il boom racconta pasticci e peripezie di un piccolo imprenditore baciato dalla buona sorte durante il miracolo economico, ma che comincia a trovarsi in serie difficoltà, anche per mantenere quello stile di vita lautamente borghese che gli ha permesso di entrare in società malgrè lui. Per tentare di superarle, ecco cosa gli propone un'arcigna vecchia, interpretata da un'ex - cantante lirica italo - bulgara, Elena Nicolai:



L'industriale, Giovanni, è sposato con Silvia (impersonata da Gianna Maria Canale) ed ha un figlioletto: i problemi economici che lo attanagliano al punto di accettare di vendere un occhio non possono non avere ripercussioni sulla situazione familiare. Comunque, intascando un lauto anticipo, egli organizza un party in cui, sbronzandosi, cerca di riconquistare moglie e reputazione...



Dialogo animato tra i coniugi (sottotitolato in francese):



Eccoci infine al fatidico giorno del famigerato intervento... ma paura e rimorso sembrano impadronirsi del povero imprenditore...



Si chiude così il sipario sulla giornata televisiva: ogni rete lo fa a proprio modo. Inquietante, come tutti ben ricordiamo, è l'arrivederci al giorno dopo della RAI (con le spaventose Armonie del pianeta Saturno musicate dal Maestro Roberto Lupi... dodecafonia e dintorni...):



Tranquilla e calma, come una tazzina di camomilla, è invece l'atmosfera creata dalla sigla di chiusura dei programmi della TSI:



All'insegna della serenità è pure il commiato quotidiano di A 2:



Noi, più semplicemente, ci limitiamo ad augurarvi la buonanotte per iscritto, senza bisogno di sigle finali visive e/o musicali, non prima di avervi invitati all'imminente nuovo post, prossimamente qui, su queste pagine web: sarà il numero 200... a poco meno di due anni da quel fatidico 18 gennaio 2010, quando cominciò la nostra avventura, un'avventura che promette di proseguire ancora per tanto e tanto tempo, tra una pausa e l'altra del nostro inesorabile tran-tran di ogni giorno.

A presto ! ! !

Cordialmente e caramente vostro

CBNeas

martedì 1 novembre 2011

Venerdì 1° novembre 1968 (Radio - Seconda parte)



POMERIGGIO - SERA

NAZIONALE

15,00 GIORNALE RADIO
15,05 ZIBALDONE ITALIANO
Seconda parte
- Meazzi
15,30 RECENTISSIME IN MICROSOLCO
15,45 Amurri e Jurgens presentano
GRAN VARIETA'
Spettacolo con Johnny Dorelli e la partecipazione di Gino Cervi, Nino Manfredi, Alighiero Noschese, Patty Pravo, Delia Scala e Little Tony
Regia di Federico Sanguigni
(Replica dal Secondo Programma)
17,05 PER VOI GIOVANI
Molti dischi, qualche notizia e voci dal mondo dei giovani
Presentano Renzo Arbore, Anna Maria Palutan e Maurizio Meschino
Regia di Raffaele Meloni
(ore 18,00 circa): CINQUE MINUTI D'INGLESE COL METODO SANDWICH
a cura di George Shenker
19,05 SOLISTI ALLA RIBALTA
19,20 MUSICA PER ARCHI
19,30 LUNA-PARK
20,00 GIORNALE RADIO
20,15 ORFEO NEGRO
Panorama della poesia negro-africana dalle origini ad oggi
Letture di Giorgio Albertazzi
Regia di Nanni De Stefani
20,45 CONCERTO SINFONICO
diretto da NINO SANZOGNO
con la partecipazione del soprano Lidia Marimpietri, del mezzosoprano Adriana Lazzarini, del tenore Lajos Kosma, del basso Raffaele Ariè e del violinista Henryk Szeryng
Nell'intervallo:
IL GIRO DEL MONDO
22,30 PARLIAMO DI SPETTACOLO
22,50 INTERVALLO MUSICALE
23,00 GIORNALE RADIO - I PROGRAMMI DI DOMANI - BUONANOTTE

SECONDO PROGRAMMA

15,00 PER LA VOSTRA DISCOTECA
- C.A.R. Dischi Juke-box
Tra le 15,00 e le 16,30:
CICLISMO - Da Bergamo: Radiocronaca della fase finale e arrivo del TROFEO BARACCHI
Radiocronista Enrico Ameri
15,15 VIOLINISTA RUGGIERO RICCI
15,56 TRE MINUTI PER TE
a cura di Padre Virginio Rotondi
16,00 POMERIDIANA
Negli intervalli:
(ore 17,00): BOLLETTINO PER I NAVIGANTI - BUON VIAGGIO
(ore 17,35): 50° SALONE DELL'AUTOMOBILE
Da Torino Esposizioni: Un servizio speciale a cura del Giornale Radio
18,00 APERITIVO IN MUSICA
Nell'intervallo:
(ore 18,30): NOTIZIE DEL GIORNALE RADIO
19,00 IL CLUB DEGLI OSPITI
a cura di Gina Basso
19,23 SI O NO
19,30 RADIOSERA - SETTE ARTI
19,50 PUNTO E VIRGOLA
20,01 I TEATRINI DEL FRONTE
Rievocazione di Wanda Capodaglio a cura di Elena De Merik
Regia di Dante Raiteri
Presentazione di Alessandro De Stefani
20,45 PASSAPORTO
Settimanale di informazioni turistiche, a cura di E. Fiore ed Ennio Mastrostefano
21,00 NATE OGGI
Recentissime della musica leggera
21,55 BOLLETTINO PER I NAVIGANTI
22,00 GIORNALE RADIO
22,10 Lelio Luttazzi presenta
HIT PARADE
Testi di Sergio Valentini
(Replica)
22,40 LE NUOVE CANZONI
23,00 DAL V CANALE DELLA FILODIFFUSIONE: MUSICA LEGGERA
24,00 GIORNALE RADIO

TERZO PROGRAMMA

17,00 INCONTRI MUSICALI ROMANI
Musiche di Fukushima
17,10 IL FATTO CHE FREUD AVESSE QUALCHE SINTOMO NEVROTICO ERA TALE DA ALTERARE LA CHIAREZZA DELLE SUE VEDUTE SCIENTIFICHE ?
Risponde Emilio Servadio
17,20 MUSICHE DI ANTONIO CALDARA
17,35 CONCERTO DEL PIANISTA FRIEDRICH GULDA
Musiche di Haydn, Mozart e Beethoven
(Registrazione effettuata il 15 novembre 1967 nel Teatro Comunale di Firenze)
18,30 MUSICA LEGGERA
18,45 PICCOLO PIANETA
Rassegna di vita culturale
Il punto sulla situazione letteraria: in Italia, referto negativo sui premi, di Giancarlo Vigorelli - Letteratura e dissenso negli Stati Uniti, di Claudio Gorlier - Progresso nella letteratura cubana, di Angela Bianchini - L'Inghilterra, dopo gli "arrabbiati" tace ?, di Gabriele Baldini
19,15 CONCERTO DI OGNI SERA
Musiche di Ciaikowski e Prokofiev
20,30 LE GRANDI LINEE DELLA BIOLOGIA CONTEMPORANEA
La virologia, a cura di Antonio Sanna
21,00 FRANCIS SCOTT FITZGERALD E L'ETA' DEL JAZZ
Un programma di Claudio Novelli e Massimo Vecchi
Regia di Pietro Masserano Taricco
22,00 IL GIORNALE DEL TERZO - SETTE ARTI
22,30 IN ITALIA E ALL'ESTERO
Selezione di periodici stranieri
22,40 IDEE E FATTI DELLA MUSICA
22,50 POESIA NEL MONDO
Poeti australiani, a cura di Perla Cacciaguerra
23,05 RIVISTA DELLE RIVISTE - CHIUSURA

RADIO SVIZZERA - MONTECENERI

I Programma

16,05 ORA SERENA PER CHI SOFFRE
17,00 RADIO GIOVENTU'
18,05 SONATE INEDITE DI BALDASSARRE GALUPPI
rivedute e interpretate dalla clavicembalista Egida Giordani Sartori
18,30 CANZONI NEL MONDO
18,45 CRONACHE DELLA SVIZZERA ITALIANA
19,00 FANTASIA ORCHESTRALE
19,15 NOTIZIARIO - ATTUALITA'
19,45 MELODIE E CANZONI
20,00 PANORAMA D'ATTUALITA'
21,00 OBIETTIVO JAZZ
22,05 LA BRICOLLA
22,35 COMPLESSI
23,00 NOTIZIARIO - ATTUALITA'
23,20 - 23,30 MUSICA AL BUIO

II Programma

17,00 RADIO DELLA SVIZZERA ITALIANA
Musica di fine pomeriggio
Composizioni di Franz Schubert e Virgilio Mortari
18,00 RADIO GIOVENTU'
18,30 BOLLETTINO ECONOMICO E FINANZIARIO
18,45 DISCHI VARI
19,00 PER I LAVORATORI ITALIANI IN SVIZZERA
19,30 TRASMISSIONE DA ZURIGO
20,00 DIARIO CULTURALE
20,15 SOLISTI DELLA SVIZZERA ITALIANA
Rocco Filippini, violoncello; Dafne Salati, pianoforte
Musiche di Ludwig Van Beethoven
20,45 INCONTRO CON "I GUFI"
21,00 NOTIZIE DAL MONDO NUOVO
21,30 MUSICHE DI JOHANN BAPTIST HILLBER
22,00 - 22,30 BALLABILI
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Riprendiamo subito la nostra cavalcata (soprattutto musicale, come già saprete) all'interno dei palinsesti radiofonici del 1° novembre 1968: siamo arrivati alle tre del pomeriggio e, in attesa che Enrico Ameri informi costantemente gli appassionati di ciclismo sull'esito di una gara a cronometro disputata a coppie in terra orobica (il Trofeo Baracchi, che sarà vinto, sfidando l'acquazzone, proprio dai favoriti Felice Gimondi e Jacques Anquetil, anche se il temporeggiare di quest'ultimo all'ora del controllo antidoping renderà sub iudice tale verdetto per qualche giorno), il Secondo Canale riserva uno spazio a quella musica classica che nelle 24 ore successive dominerà in lungo e in largo le stazioni emittenti, quasi a sottolineare la particolarità e la solennità di una giornata come il 2 novembre. Vengono cioè fatte ascoltare alcune tra le meglio riuscite interpretazioni fissate su disco da un virtuoso del violino nato in California da padre italiano, Ruggiero Ricci. Solista eclettico (avemmo modo di vederlo ed ascoltarlo in un applauditissimo doppio recital - due serate consecutive - da lui tenuto a Noto, in Sicilia, nell'agosto del 1993), l'apice della classe, come per ogni violinista che si rispetti, viene da lui toccato eseguendo Paganini e i suoi Capricci, una breve selezione dei quali va in onda proprio quel pomeriggio. Abbiamo scelto tre tra i più noti dell'intera raccolta, che ne conta ventiquattro ed è catalogata come opera 1. Partiamo dal numero 7, un Moderato che, in un delizioso ritmo di siciliana, comporta l'impiego di una sofisticata tecnica delle arcate in passaggi di ottave, di tricordi e di rapide biscrome "picchettate":



Ascoltiamo ora il numero 13, conosciuto pure come La risata o Il trillo del diavolo (vedi forse il leggendario patto con Belzebù da sempre attribuito al compositore genovese del primissimo Ottocento), basato nella prima parte su una caratteristica scala cromatica discendente di terze glissate e, in quella centrale, su un irruente movimento di semicrome:



Terminiamo questa breve rassegna paganiniana affidata all'archetto di Ruggiero Ricci con l'ultimo, celeberrimo Capriccio, quel n.24, Quasi presto, prestatosi più volte a rielaborazioni e variazioni (le più note si devono a Franz Liszt e a Johannes Brahms, per pianoforte solo, e a Sergej Rachmaninoff, per pianoforte e orchestra). Come scrive l'anonimo esperto sulle note di copertina di un'edizione discografica da cui abbiamo tratto le informazioni più strettamente tecnico - musicali, ci si trova di fronte ad una per così dire "summa nella summa", e si passa dal "picchettato volante della I Variazione alle ottave basse della III, alle terze e alle decime della VI, ai tricordi dell'VIII, al diabolico acrobatismo della IX, con i pizzicati della mano sinistra alternati a singole semicrome con l'arco "gettato" e, infine, ai celestiali timbri della X, tutta intessuta nei registri sovracuti:



Mentre sull'Italia calano le prime ombre della sera, ecco rinnovarsi l'appuntamento delle cinque con Per voi giovani. Come sempre, gran cerimoniere è il Dottor Lorenzo Arbore da Foggia, sempre più identificato come l'esperto per eccellenza della musica pop e rock internazionale, tanto cara soprattutto alla generazione nata nel dopoguerra e quindi spesso impegnata in quel movimento di contestazione (spesso giusta, ma non sempre, ahinoi) che proprio in quell'anno, come sanno pure i poppanti, raggiunge vertici mai toccati. Negli studi di via Asiago, accanto al trentunenne Renzo, si alternano al microfono due universitari, Anna Maria Palutan (poi professoressa di Liceo) e Maurizio Meschino (futuro Consigliere di Stato). Gli ascoltatori, armati di registratori a bobine (o anche a cassette - o, come si dicono al tempo, caricatori a nastro -), fissano le selezioni musicali, articolate seguendo un certo criterio logico - tematico.

Si parte con una frizzante proposta nordamericana: Tommy James and the Shondells, che di lì a poco sforneranno il loro capolavoro Crimson and clover, si fanno notare dal pubblico con l'allegra Mony Mony:



Risponde l'Inghilterra con gli Equals di Eddy Grant, che esplodono in mezza Europa con Baby, come back !:



Quest'ultimo brano sta per uscire in italiano nella versione dei Rokes: in attesa di tale cover (che verrà intitolata Non c'è pace per me), ascoltiamo Shel Shapiro, Mike Roger Shepstone, Bobby Posner e Johnny Charlton nella loro più recente incisione a 45 giri, La luna è bianca, la notte è nera, scritta da Enrico Simonetti e originariamente pensata quale sigla di chiusura del varietà estivo televisivo Vengo anch'io (salvo poi essere sostituita da Stanotte sognerò, della bella e brava Anna Maria Baratta):



Sono bianchi, originari del Tennessee, e come il loro concittadino adottivo Elvis Presley sono attratti dalla black music. Si chiamano Box Tops e da un anno e mezzo sono in testa a tutte le classifiche con le loro gustosissime soul ballads: l'ultima, in ordine di tempo, s'intitola Choo choo train:



Un'amica di Per voi giovani, l'ex - collettina di Rita Pavone Giuliana Valci (che aveva presentato la rubrica pomeridiana l'anno precedente), sembra aver trovato la giusta strada come cantante melodica incidendo in italiano una struggente canzone statunitense il cui argomento sembra tratto da certi melodrammoni che un tempo furoreggiavano al cinema e successivamente in TV: Amore, mi manchi !.



Il genere che in quel periodo interessa di più è comunque l'R&B: eccone un baldo rappresentante, lo scatenato Joe Tex, in Go home and do it !:



Sempre più impegnati in una certa sperimentazione sonora, segno che le Good vibrations da loro precedentemente esaltate avevano un senso, i Beach Boys proseguono lungo una strada più raffinata, sempre esaltando i loro preziosi e celebri impasti vocali: Do it again !



Johnny Nash, dopo anni e anni di pop commerciale, trova finalmente la strada del successo mondiale facendo propri i ritmi e le armonie dell' ex - Centro America britannico, come si evince ascoltando l'ottima Hold me tight, tra i primi esempi del reggae:



Chi pensava che i Motowns avessero preso la chitarra e se ne fossero davvero andati in giro per il mondo si sbaglia di grosso: Lally Stott Marchelle e i suoi amici hanno più semplicemente cambiato casa discografica, lasciando la romana RCA Victor e firmando per la milanese Carosello, che pubblica questa malinconica Dentro la fontana, contrappuntata da un misterioso coro di voci bianche:



Il prodigioso cantante e chitarrista portoricano non vedente Josè Feliciano, che nel 1967 ha tentato un primo lancio in Italia senza fortuna (ma verranno sicuramente tempi migliori per lui anche dalle nostre parti), ha inciso un album di cover da lui cantate e suonate con classe e originalità. Si tratta di uno degli ultimi dischi incisi dalla RCA Victor con il sistema Dynagroove, forse il primo esempio di registrazione digitale (un po' preistorica, ma comunque ottima per l'epoca), e con stampigliato sull'etichetta (almeno nelle Americhe) il logo della Voce del Padrone, che sarà abbandonato per qualche anno. Da questo album, ristampato meritatamente in CD sul finire degli anni Ottanta, Arbore sceglie il brano di apertura, una splendida rivisitazione di California dreamin':



A proposito di esordi italiani, Arthur Conley, nuova stella R&B lanciata dalla Atlantic, ha impressionato il pubblico veneziano in estate, per cui si tenta un'operazione particolare per il nostro mercato, consistente nel fargli cantare in italiano i versi iniziali di un suo brano. Giocando sulla totale ignoranza della lingua di Dante da parte dell'artista afroamericano, il motivo viene intitolato (La ragazza) Più bellissima (sic !):



Restiamo in casa Atlantic per ascoltarne la portabandiera, un'artista che non ha bisogno di cantare in lingue diverse dall'inglese (facendo quindi tesoro di un insegnamento di Ray Charles, che un giorno si rifiutò di incidere in italiano una serie di suoi successi perchè impossibilitato a trasmettere qualcosa di bello agli ascoltatori - "Devo capire ciò che canto", aveva detto The Genius -) per farsi apprezzare. Stiamo parlando di Aretha Franklin, la quale continua a collezionare successi su successi: è il turno di un motivo che si rifà a una filastrocca della tradizione popolare statunitense, The house that Jack built.



Claude François, bellimbusto transalpino dalle probabili scelte sessuali ambigue (quasi sicura causa della propria prematura scomparsa, alla fine degli anni '70, laddove si parla di folgorazione causata da un asciugacapelli toccato con le mani umide, notizia inventata per far tacere i benpensanti), è reduce da un tour promozionale italiano ben organizzato dalla sua casa discografica e contrassegnato da una serie di incisioni nella nostra lingua, come Prendi, prendi, ossia l'inglese Bend me, shape me !, che a giorni uscirà pure nella versione di Gianni Morandi:



Svagato, melanconico... si direbbe che vive sulle nuvole. Così Luciano Giacotto, nel bellissimo libro illustrato Voci e complessi musicali pubblicato nel 1967 per l'Istituto Geografico De Agostini, definisce Donovan, ossia l'introverso menestrello scozzese che da anni ottiene unanimi consensi al di qua e al di là della Manica con le sue ballate d'atmosfera. Questa è la nuovissima Lalena:



Parlando poc'anzi dei Beach Boys, non abbiamo potuto fare a meno di sottolineare la freschezza dei loro impasti vocali, più volte ripresi da altre formazioni (come l'Equipe 84 in un brano dal titolo Nella terra dei sogni):



In estate Per voi giovani aveva diffuso la prima versione di una sorta di rudimentale rap dal titolo Here comes the judge, interpretato da Pigmeat Markham. Nel frattempo sono uscite altre versioni del medesimo brano: questa proviene dalla premiata casa Tamla Motown di Detroit e la esegue lo sfortunato (annegherà l'estate dopo durante una gita in barca sul fiume Detroit) Shorty Long:



Altra grande voce afroamericana dall'altrettanto grande tradizione: Etta James, che canta You got it:



Anche Per voi giovani alimenta l'attesa per la performance di Shirley Bassey, programmata per domenica sera (ricordiamo che il 2 novembre, sabato, la RAI non manda in onda musica leggera, anticipando o posticipando quindi le apposite trasmissioni) in Canzonissima, con un altro brano inciso in lingua italiana dalla bravissima cantante afro-britannica, E' giorno:



Restiamo in Inghilterra con l'interprete che, assieme a Tom Jones, rappresenta un po' la faccia canora tradizionale del Regno Unito, laddove le esperienze pop-rock ivi maturate si fanno sempre più evolutive: intendiamo parlare cioè di Engelbert Humperdinck, il quale lancia un motivo molto classico e orecchiabile, Les byciclettes de Belsize, ripreso subito in Italia dapprima da Gianni Pettenati e poi da un'esordiente, una toscanaccia appena quindicenne di cui sentiremo prestissimo parlare, una certa Nada Malànima:



Spazio ora a the Godfather of Soul, Mr. James Brown (in Licking stick, licking stick):



Il personaggio emergente è un tormentato giovane di Seattle, che nella chitarra (e purtroppo negli eccessi, che fra due anni gli costeranno carissimi) trova l'ideale, principale valvola di sfogo. Il suo nome è Jimi Hendrix e le sue interpretazioni, cariche di rabbia e di dolore, entreranno ben presto e di diritto nella storia della musica rock di tutti i tempi. In Per voi giovani del 1° novembre 1968 passa All along the watchtower:



Altro artista strappato dal destino alla vita e all'arte è Otis Redding. Di lui ci si accorge, almeno da noi, sull'onda emotiva di quanto tragicamente accaduto circa undici mesi prima, e i suoi dischi vengono pubblicati in virtù delle numerose richieste giunte negli uffici della RI-FI di Corso Buenos Aires a Milano, la compagnia discografica allora concessionaria per l'Italia del catalogo Atlantic: è il momento di Hard to handle:



Rain and tears, forse il caso dell'anno, ossia un successo discografico costruito da tre ragazzi greci che, anche per non avere noie con i divieti imposti dai Colonnelli, si dividono tra Parigi e Londra (gli Aphrodite's Child), si avvale di versioni in varie lingue. In italiano la incidono, in ordine di tempo, Dalida, un giovane e non ancora popolare Franco Battiato e soprattutto un complesso milanese sotto contratto con la Ricordi, nelle cui file operano il chitarrista Alberto Radius (che sostituisce il collega Franco Mussida, attualmente artigliere), il batterista Franz Di Cioccio, il pianista e organista Flavio Premoli e il bassista Giorgio Piazza: si chiamano Quelli, ma fra poco, con il rientro di Francone dal servizio di leva e il passaggio di Radius alla neonata Formula Tre sponsorizzata da Mogol e Lucio Battisti, si trasformeranno in Premiata Forneria Marconi... e la musica, davvero, cambierà !



Un'occhiata alle nuove uscite della bubblegum music, che piace tanto agli undicenni nordamericani: Chewy chewy, eseguita dagli Ohio Express.



Per finire la puntata, Per voi giovani propone un suggestivo brano strumentale, ossia la colonna sonora, scritta da Burt Bacharach, del film Alfie, nell'interpretazione di un certo Eivets Rednow... che poi è Stevie Wonder, il quale ha fatto in modo che venissero letti al contrario nome e cognome d'arte per garantire un pizzico di relativo anonimato:



Ed ora soffermiamoci un po' sul Terzo Programma, indispensabile nettare di cui bere e nutrirsi quando si ha voglia e curiosità di sapere e imparare o comunque, se si ha già in dotazione un insieme di conoscenze, si sente la necessità di approfondire e/o aggiornare queste ultime.



Nel pomeriggio viene mandata in onda una conversazione dell'allora presidente della Società Psicanalitica Italiana, il grande studioso ligure Emilio Servadio, il quale, anche per effetto del recente boom delle teorie freudiane, viene incontro ai tanti che si pongono un quesito non indifferente: quando Sigmund Freud soffrì a lungo (esattamente negli ultimi anni del secolo XIX) di psiconevrosi, le teorie da lui elaborate risultarono per caso contorte ?
Non abbiamo, purtroppo, la registrazione di quell'intervento, nè possiamo leggerne il testo stenografico (anche perchè, nel 1968, la pubblicazione dei Quaderni Trimestrali del Terzo Programma, naturalmente per i tipi della ERI - Edizioni RAI, venne temporaneamente sospesa). In compenso siamo in grado di fornire un punto di vista ancor più autorevole, quello di Ernest Jones, ossia il discepolo inglese del grande medico austriaco, di cui analizzò compiutamente vita e opere in un ponderoso trattato la cui prima pubblicazione italiana, risalente all'inizio degli anni Sessanta, venne prefata proprio da Servadio:

"Vi sono ampie prove che per una decina d'anni - dal 1890 al 1900 circa - Freud soffrì di una psiconevrosi abbastanza notevole. I suoi cultori potrebbero essere tentati di dipingerla nelle tinte più fosche, onde esaltare come una guarigione il fatto che Freud abbia raggiunto il dominio di se stesso con l'aiuto dello straordinario strumento da lui stesso forgiato. Del resto è inutile esagerare, perchè la grandezza dei suoi risultati risalta da sola. Dopo tutto, Freud fu sempre Freud anche nei momenti peggiori.(...) Ciononostante, le sue sofferenze furono talora molto intense, e solo per brevi periodi, in quei dieci anni, la vita deve essergli sembrata degna di essere vissuta(...). Eppure fu proprio negli anni in cui la sua nevrosi raggiunse il culmine della gravità, tra il 1897 e il 1900, che il lavoro di Freud fu più originale(...). I sintomi nevrotici devono aver costituito una delle vie per le quali il materiale inconscio cercava indirettamente di emergere, e senza questa spinta è dubbio che Freud avrebbe fatto il cammino che fece. E' un modo faticoso di raggiungere quel regno misterioso, ma è l'unico".
(ERNEST JONES, Vita e opere di Freud, vol. 1 - Gli anni della formazione e delle grandi scoperte, traduzione di Arnaldo Novelletto e Margherita Cerletti Novelletto, Il Saggiatore, 1962, pagg. 368 - 369).



Il signore ritratto nella foto sopra, sorpreso dall'obiettivo della nostra fotocamera digitale in veste di attento spettatore di un incontro culturale tenutosi recentissimamente a Chivasso, nel Torinese, si chiama Claudio Gorlier, uno tra i più importanti studiosi italiani di letteratura anglo - americana, disciplina che da decenni egli insegna presso l'ateneo del capoluogo piemontese. Nel 1968, già affermato esperto del settore, non manca di curare alcune schede per un rotocalco culturale del Terzo Programma radiofonico, Piccolo pianeta. La sera di quel 1° novembre, l'argomento trattato da alcuni esperti è lo stato della letteratura nei vari Paesi del mondo, specialmente alla luce dei fermenti sociali degli ultimi tempi, con le inevitabili ripercussioni sulla cultura e sul modo di concepire poesia e narrativa. Oltre a Gorlier, ovviamente impegnato a commentare e analizzare i nuovi scrittori statunitensi dal piglio anticonformista, intervengono Angela Bianchini, che lascia per un attimo in disparte i romanzi d'appendice (ai quali dedicherà dapprima un libro e successivamente un bel ciclo televisivo nell'ambito della seguitissima serie enciclopedica Sapere, di cui sicuramente parleremo presto in uno dei post TV attualmente in preparazione) per occuparsi delle voci sia del regime castrista che dell'opposizione a quest'ultimo, Giancarlo Vigorelli (sì, proprio colui il quale alternava divagazioni letterarie a riflessioni sulla cronaca bianca nella rubrica Radar pubblicata dal Radiocorriere a metà anni '50), intento ad analizzare gli effetti della contestazione sessantottesca italiana sui premi letterari, e Gabriele Baldini, marito di Natalia Ginzburg (che nel 1962 gli aveva dedicato un piacevole e a tratti anche divertente racconto dal titolo Lui ed io) ma soprattutto collega romano di Gorlier essendo anch'egli docente di Letteratura Inglese (infatti il tema della sua conversazione è la fine della swingin' London e del movimento degli arrabbiati, il cui punto più alto era stato toccato sempre negli anni '50 con Ricorda con rabbia, dramma di John Osborne).



Dopo il rotocalco letterario, i programmi del Terzo proseguono con l'immancabile, attesissimo Concerto di ogni sera, che spesso è dedicato a partiture più impegnative... ma spesso non vuol certo dire sempre. Si vuole celebrare infatti il settantacinquesimo anniversario della morte di Piòtr Ilic Ciaikowski con quello che fu praticamente il suo testamento artistico, la Sinfonia n.6, nota come Patetica (sottotitolo creato dal fratello del musicista scomparso). L'edizione prescelta risale a circa quattro anni prima, un'incisione della Deutsche Grammophon affidata ai Filarmonici di Berlino diretti da quello straordinario animale da bacchetta che risponde al nome di Herbert Von Karajan. Per entrare in un clima più consono, mentre ci godiamo insieme i quattro movimenti (il primo dei quali è stato opportunamente diviso in due parti, superando abbondantemente il quarto d'ora di durata), ci affidiamo alla penna di Friedrich Herzfeld, curatore delle note di presentazione del retrocopertina del relativo vinile (non essendo state queste allora tradotte in italiano, ma solo in inglese e francese - accanto, ovviamente, all'originale in tedesco - , ci proviamo per l'occasione noi stessi):

"La sesta e ultima sinfonia di Ciaikovski è un'eccezionale opera che racchiude più stili in uno. Per la sua struttura formale essa si distingue dal modello convenzionale che era stato generalmente seguito dai compositori di musica sinfonica. Il primo movimento consta di due parti, una misurata, ampia Introduzione...



...e un effervescente Allegro.



Il secondo movimento non è un Andante o un Adagio, bensì un elegante Grazioso in tempo 5/4.



Il terzo movimento non è uno Scherzo con Trio in tempo di 3/4, ma una Marcia, i cui fluttuanti temi sono modellati all'interno di una torre di impetuosa verve.



Infine, l'ultimo movimento non è il consueto Rondò con un andamento gaiamente concepito a tempo di danza ma un veemente Adagio lamentoso che sembra singhiozzare nella desolazione, e alla fine declina senza ritrovare sollievo.



In questa Sinfonia, come accade spesso nelle opere di Ciaikovski, si coglie un misto di amaro dolore e di dolcezza, di tristezza e di orientale furore, mentre il tutto è illuminato da un abbagliante virtuosismo. Ogni rigo della partitura mostra l'impronta di una confessione personale - un fatto che fu chiaramente sentito in occasione della prima esecuzione, che Ciaikovski stesso diresse. Interrogato sul più profondo significato di quest'opera, Ciaikovski rifiutò di rilasciare qualsiasi dichiarazione. Egli non era interessato alla musica a programma, e nulla per lui era più disgustoso di dover rivelare i propri intimi sentimenti e le proprie passioni, tranne che attraverso la mediazione della musica.
Comunque, non c'è il più trascurabile dubbio riguardo a quanto vi era nella mente di Ciaikovski al momento della composizione di quest'opera. La rottura tra lui e la sua amica e patronessa Nadeshda von Meck fu troppo per la sua natura sensibile. Pur avendo solo 53 anni, sentiva che la morte stava arrivando. Molti credono che egli abbia bevuto un bicchiere d'acqua del fiume Neva, infestata dal colera, cosa che portò alla propria morte nella piena consapevolezza delle tragiche conseguenze che sarebbero sicuramente sopraggiunte. Così la 6a Sinfonia fu certamente composta specificamente come il proprio canto del cigno, come ricordi di una vita in cui la gioia di una creazione artistica non avrebbe mai potuto attutire il dolore del fallimento come uomo. Questa è un'opera con un programma determinato dalla personale esperienza di una vita intera.
Non c'è alcuna sinfonia più straordinariamente efficace della Patetica (così chiamata dal fratello di Ciaikovski). Essa è dunque presente nel repertorio di quasi tutti i grandi direttori d'orchestra. Ciò accade precisamente perchè la Sinfonia è così frequentemente eseguita ed incisa, che si richiedono specialmente alti standard nella qualità delle esecuzioni. Tutte le espressioni di umori contrastanti devono essere fuse in un insieme perfettamente bilanciato Se un direttore intende realizzare un'ideale interpretazione della Patetica deve avere il massimo controllo dello spartito, legando insieme tutti i dettagli all'interno di un'esauriente idea dell'intera opera. Senza dubbio, ogni esecuzione ottiene un successo complessivamente superficiale, ma interpretare perfettamente la sinfonia è una delle sfide più insidiose con cui un direttore possa mai confrontarsi.
Naturalmente Herbert von Karajan non ha trascurato troppo la Patetica, poichè non c'è praticamente un altro direttore del nostro tempo al cui cospetto le porte di tutti i regni della musica europea possano aprirsi in maniera così solerte. L'abilità artistica di Karajan rende quest'ultimo capace di cogliere i corretti significati espressivi per ogni tipo di lavoro musicale. Il proprio agile sentimento per i colori orchestrali soft si manifesta costantemente nel proprio io durante lo sviluppo della partitura. Egli può richiedere, nel corso della propria interpretazione, lo splendore di una tavolozza orchestrale contenente un'infinità gamma di sfumature e misture di timbro. Non permette mai che una melodia dolcemente estatica cada nel sentimentalismo e che la disperazione cresca fino alla brutalità.
L'idea di Karajan sul terzo movimento differisce molto dalla consueta lettura. Arthur Nikisch rallentava notevolmente il tempo, per prepararsi a una trionfale esplosione al momento della ripresa finale del tema della Marcia. Karajan rende più vigoroso questo movimento. Egli non accumula l'energia necessaria per un'esplosione finale, ma permette che il brano assuma un andamento progressivamente sfrenato, come una tempesta degli elementi".




Terminiamo il nostro lungo viaggio tra i programmi radiofonici messi in onda quel lontano 1° novembre 1968 menzionando una delle trasmissioni proposte da Radio Monteceneri, emittente della Svizzera Italiana, che dedica uno spazio, sia pur breve, ai Gufi, forse la formazione cabarettistica più originale e raffinata mai nata nel nostro Paese. Tutti e quattro i componenti (Roberto Brivio, attore; Gianni Magni, mimo; Nanni Svampa, cantautore e ricercatore delle tradizioni popolari lombarde - anche fine traduttore in lingua milanese di Georges Brassens - ; Lino Patruno, polistrumentista - chitarrista, contrabbassista e pianista - jazz) hanno in dotazione classe, intelligenza e preparazione, elementi che consentono loro di sapersi amalgamare, con indovinate performances tra il serio e l'ironico, ma pure con mosse altrettanto intelligenti di protesta. Non è quindi un caso che il loro ultimo lavoro discografico e teatrale, intitolato Non spingete, scappiamo anche noi ! e incentrato su un deciso, dichiarato antimilitarismo, venga parzialmente trasmesso via radio dalla stazione elvetica, quasi in polemico contrasto con i tanti focolai di retorica patriottarda in agguato in quei giorni in RAI, in coincidenza con il cinquantenario di Vittorio Veneto, che si celebrerà in pompa magna, naturalmente, il 4 novembre:



Il punto di vista antimilitarista assume anche colori politici, come si evince facilmente dal testo di questa Canzone della libertà:



Tristezza, amarezza e compassione per la propria condizione di soldati emergono in una commovente Ave Maria che ovviamente la RAI censura perchè assolutamente non conforme alle ideologie cattolico - militariste regnanti tra i dirigenti dell'emittente italiana: pertanto è una fortuna che Monteceneri proponga questo gioiello, forse la più struggente preghiera pacifista che sia stata mai messa in musica (in questo caso da Lino Patruno, mentre le parole sono di un fine intellettuale milanese, Luigi Lunari):



Termina così il nostro doppio post sulle proposte radiofoniche del 1° novembre 1968: c'era moltissima carne al fuoco, ne conveniamo, e abbiamo fatto di tutto perchè non ne rimanesse cruda neppure un pezzetto... sperando di avervi accontentati il più possibile, anche esplorando settori un po' più importanti (musica classica, psicanalisi e critica letteraria).

Ci vedremo, sempre su queste pagine web, tra poco tempo con l'intervento numero 199 della storia del Focolare: siamo quindi prontissimi a tagliare il traguardo dei 200 aggiornamenti e quando lo faremo speriamo di essere in grado di comunicarvi ufficialmente la realizzazione di quel certo progetto di cui stiamo parlando molto spesso in questo periodo.

Buona notte e... a presto ! ! !

CBNeas