martedì 13 marzo 2012

Giovedì 13 marzo 1958



TELEVISIONE

la TV dei ragazzi

17,00 - 18,00 Dal Teatro del Convegno in Milano, diretto da Enzo Ferrieri
ZURLI', MAGO DEL GIOVEDI'
Fantasia teatrale di indovinelli animati a cura di Cino Tortorella
Ripresa televisiva di Cesare Emilio Gaslini

ritorno a casa

18,30 TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio
In studio Edilio Tarantino
18,45 VECCHIO E NUOVO SPORT
19,00 PASSAPORTO N. 1
Lezione di lingua inglese a cura di Jole Giannini
19,20 UNA RISPOSTA PER VOI
Colloqui di Alessandro Cutolo con gli spettatori
19,35 CANZONI ALLA FINESTRA
con il complesso di Walter Colì
20,00 LA TV DEGLI AGRICOLTORI
Rubrica dedicata ai problemi dell'agricoltura a cura di Renato Vertunni

ribalta accesa

20,30 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Massimo Rèndina
In studio Riccardo Paladini, Ugo Zatterin e Gianni Granzotto
20,50 CAROSELLO (Saiwa - Necchi macchine per cucire - Colgate - Star)
21,00 LASCIA O RADDOPPIA ?
Programma di quiz presentato da Mike Bongiorno
Realizzazione di Romolo Siena
22,00 ASPETTI DEL VENTESIMO SECOLO
Trasmissione ideata e realizzata da Henry Salomon e Richard Hanser
L'età del jazz negli Stati Uniti d'America
Prod.: National Broadcasting Company (New York)
22,45 TELEGIORNALE
Edizione della notte
In studio Riccardo Paladini
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I palinsesti televisivi anni '50, pur nella loro forzata brevità, non mancano di offrire spunti da sviluppare, più o meno liberamente, all'interno dei singoli post ad essi dedicati.
C'è un periodo in cui è proprio il giovedì la giornata più ricca e importante della settimana televisiva: certo, è il giorno di Lascia o raddoppia ?, irrinunciabile appuntamento nel corso del quale l'intero Stivale (Isole comprese, ormai) si ferma letteralmente per un'ora, ma anche il resto della programmazione, sia pomeridiana, pre-serale o di seconda serata, è degno di nota.
Scorrendo l'essenziale palinsesto dell'ancora unico canale televisivo della RAI del 13 marzo 1958, ci si accorge della grande varietà di proposte scodellate tra pomeriggio e sera. Mentre prosegue con successo la serie di Zurlì, mago del giovedì (e ogni settimana Cino Tortorella riceve centinaia e centinaia di lettere di piccoli telespettatori, sparsi dalle Alpi al Lilibeo, soddisfatti per il buonumore e la simpatia suscitati in loro nel corso dell'incontro del giovedì) e vanno avanti altre due storiche rubriche culturali (il corso d'inglese Passaporto, la cui insegnante, la toscana - ma ligure di nascita e milanese d'adozione - Jole Giannini, vanta allievi di tutte le età, specie tra i familiari di emigrati in Canada, negli Stati Uniti e in Australia, e Una risposta per voi, sempre guidata dal coltissimo e simpaticissimo Professor Alessandro Cutolo), il pubblico giovanile sente sempre più il bisogno di musica leggera, diviso tra rock 'n roll, melodia tradizionale e gli emergenti cantautori (inutile ricordare che il motivo più ascoltato e il disco più venduto di quei giorni, sia in formato 78 giri che nel più pratico microsolco a 45 giri, è Nel blu, dipinto di blu di Domenico Modugno). Ecco allora che nasce una nuova trasmissione, Canzoni alla finestra, che si aggiunge ad analoghi appuntamenti nati in precedenza, come Quattro passi tra le note e Sabato bar, tutti rigorosamente pre-serali e ben articolati. Si comincia a fare uso del playback, ma i momenti riservati a brani eseguiti dal vivo sono ancora in maggioranza. Spesso vi è comunque un'attrazione principale, rappresentata preferibilmente da un'orchestra e dal suo direttore, sotto la cui bacchetta si alternano i vari ospiti d'onore, che fanno parte del cast praticamente all'ultimo momento, in base alle loro presenze sulle piazze di Roma, Milano e Torino.

Così, anche in assenza di un documento filmato di prima mano, non sappiamo nulla riguardo alla scaletta ufficiale di Canzoni alla finestra di quel giovedì di metà marzo: ci è nota solo la presenza, in qualità di arrangiatore e direttore, di uno dei musicisti più famosi del periodo, il bolognese Walter (o Walther ? Abbiamo trovato entrambe le grafie) Colì, medico convertitosi alle più redditizie sette note. Abbiamo quindi deciso di rendere omaggio alle due facce di questo poliedrico personaggio, il cui nome non dice alcunchè agli under 60, con l'ascolto di due contributi discografici reperiti sull'insostituibile Tubo.

Incominciamo dal Colì autore e torniamo indietro di tre anni, approdando al Festival di Sanremo del 1955: in quell'occasione entra in finale L'ombra, motivo un po' troppo sofisticato per il periodo. Al Salone delle Feste del Casinò lo eseguono, nelle due versioni prescritte dalla gara, Marisa Colomber e la raffinata jazzista Jula De Palma, ma, com'è costume del periodo, altre case discografiche pubblicano le loro versioni dello stesso brano. Ad esempio, la Carisch - Odeon si affida al proprio match-winner canoro dell'epoca, Luciano Tajoli:



A proposito di edizioni discografiche speciali di canzoni dei vari festival di Sanremo, nel 1957 Walter Colì collabora come arrangiatore, assieme a Piero Umiliani, alla realizzazione di un 33 giri che riassume, nell'interpretazione di Nilla Pizzi, il meglio di quell'edizione della gara canora. L'etichetta è la RCA e questo significa che, data la fama intercontinentale della Regina, questa antologia viene regolarmente pubblicata anche negli States dalla Victor, con l'ammiccante titolo Songs from the Italian Riviera. Naturalmente i vari brani vengono stampati pure nei formati EP e singolo, tanto a 45 che a 78 giri. Ed è proprio da un padellone che traiamo la versione del motivo vincente, Corde della mia chitarra, forse il primissimo esempio nostrano di voce raddoppiata in sala d'incisione:



Da tempo La TV degli agricoltori ha raddoppiato le proprie edizioni: vi è un appuntamento domenicale mattutino, prima della messa in onda della Santa Messa, e c'è questa edizione del giovedì sera. Evidentemente la Coldiretti, così vicina alla Democrazia Cristiana, fa sentire la propria influenza anche in RAI... ad ogni modo, ricordare questa storica rubrica (poi evolutasi nei vari A come Agricoltura, Linea verde, eccetera) è un pretesto per riascoltarne la sigla musicale, cioè la mirabile trascrizione sinfonica di Greensleeves, canto inglese del periodo elisabettiano (risale addirittura al 1580, ottenendo il plauso di William Shakespeare), ad opera del compositore britannico Ralph Vaughan Williams. Abbiamo scelto l'esecuzione della Philadelphia Orchestra diretta da Eugene Ormandy:



Mentre la gente prende posto nei bar e nei cinematografi per assistere alla nuova puntata di Lascia o raddoppia ? (è il periodo della Sfida al campione: il Dottor Mario Buronzi, grafologo bolognese dai proverbiali baffoni e grande esperto di Garibaldi, si sta confrontando con un distinto dentista di San Marino, Alvaro Casali), scorrono i caroselli pubblicitari della serata. Ce ne sono due che ci riservano curiosità non a tutti note e che in qualche caso lasciano a bocca aperta per l'incredulità i non iniziati (e non solo quelli).
Per diffondere nel nostro Paese il dentifricio Colgate (risultato vano il tentativo di far capire ai nostri potenziali acquirenti che Colgate si scrive e Colgheit si legge) è inevitabile puntare su una ragazza dal sorriso particolare. Viene così scelta la romana Lilli Cerasoli, modella e attrice già ben nota, la quale appare in shorts dal sapore avventuroso. Improbabili situazioni, montaggi di filmati americani d'archivio abbinati a scene ricreate apposta nei teatri di posa e poi, sul più bello, ecco spuntare i denti bianchi e la bocca fresca della bella Lilli, merito di Colgate con Gardol. Mentre a Milano, con la produzione della Cinetelevisione, è in preparazione una nuova serie che vedrà la Cerasoli impegnata in parodie di film western, vanno in onda gli ultimi episodi de I film del brivido, ciclo teletrasmesso già dall'estate precedente. E' difatti del '57 questo Salto della morte (le temerarie prove cui la Cerasoli presta il volto vengono purtroppo emulate da sprovveduti ragazzini, i quali, se non ci lasciano la pelle, rimangono seriamente feriti: lo ricorderà la stessa indossatrice ed attrice quando, ormai piuttosto attempata, ma sempre bellissima, nel 1998 parteciperà a una puntata di Ci vediamo in tivù con Paolo Limiti). La curiosità maggiore riguarda (e questo si è scoperto solo nei mesi scorsi) il codino: infatti la voce del jingle, musicato da Fiorenzo Carpi, è quella (piuttosto irriconoscibile, impostata com'è sui toni acuti) di un' Ornella Vanoni alle primissime armi, la quale, essendo ancora più attrice che cantante, si alterna con Alfredo Danti (personaggio al quale sarà dedicato un imminente post del nostro blog: è pronta da tempo un'intervista che il figlio Federico, anch'egli attore e speaker, ha rilasciato di recente al nostro amico Davide Camera) pure nella dizione dello slogan conclusivo:



Nino Manfredi non è ancora l'attore affermato e di fama mondiale che diverrà di lì a poco: i caroselli (che comunque seguiterà a fare anche dopo il meritato successo) gli permettono comunque di sperimentare brutte copie di personaggi che saranno segnati dal proprio indelebile marchio di fabbrica. In questo Professor Kappa, che crediamo possa essere una caricaturale imitazione dell'insegnante di Scienze che Manfredi ebbe al Liceo Classico, ci sembra già di scorgere qualcosa di quel Ninetto Manfredini, barista di Ceccano che sarà lanciato un anno e mezzo dopo a Canzonissima. Da ricordare che solo per un certo periodo Manfredi prende il posto di Renato Rascel, primo vero grande testimonial del Doppio Brodo Star, essendo l'artista romano (ma casualmente torinese di nascita, non stanchiamoci mai di ripeterlo) impegnato negli Stati Uniti per la promozione di The seven hills of Rome / Arrivederci, Roma !, lungometraggio coprodotto dalla MGM e dalla Titanus e interpretato a fianco del tenore Mario Lanza e di Marisa Allasio per la regia di Roy Rowland:



Dopo Lascia o raddoppia ?, la serata prosegue con una nuova puntata della versione italiana di un validissimo documentario nordamericano, Project Twenty, tradotto come Aspetti del ventesimo secolo, prodotto dalla NBC e curato da Henry Salomon e Richard Hanser. E' un felicissimo tentativo (che ha già il proprio concorrente diretto nella serie tematica della CBS The Twenthieth Century - in italiano Aria del XX Secolo - , a cura di Walter Cronkite, e che sarà italianizzato a fine '58 con la serie di Silvio Negro e Gian Vittorio Baldi 50 anni: 1898-1948) basato sulla possibilità di sfruttare televisivamente, quindi alla portata di tutti, gli archivi delle case di produzione cinematografica, in special modo gli estratti più significativi dai cinegiornali informativi, sia muti che sonori.
L'episodio di Project Twenty che la RAI mette in onda la sera del 13 marzo 1958 è dedicato ai momenti più felici della storia e della cultura degli Stati Uniti d'America durante gli anni Venti, la decade che terminerà dapprima con il passaggio dal cinema muto a quello sonoro e quindi con il terribile Giovedì Nero, ossia quel 24 ottobre 1929 entrato in tutti i libri di storia e di economia (il crack di Wall Street, dalle durissime conseguenze).
Pur se in rete non disponiamo (per ora: la serie è fortunatamente reperibile in DVD's d'importazione) esattamente di estratti da questo documentario, siamo in grado di mostrare alcuni brevi filmati senz'altro inseriti in fase di realizzazione della puntata, anche se sonorizzati diversamente nel caso di contributi muti. Incominciamo dall'impresa dell'aviatore Charles Lindbergh a bordo del monoplano da lui pilotato, lo Spirit of Saint Louis: da New York a Parigi senza sosta. E' il maggio del 1927...



Breve appello agli elettori delle Presidenziali USA del 6 novembre 1928: parla il candidato repubblicano, l'ingegner Herbert Clark Hoover, che sarà ospite della Casa Bianca proprio nel sopracitato, brutto momento di crisi economica.



Una grande donna che, trasferitasi a Parigi, ha l'onore di essere sodale di quella ricca congerie universale di intellettuali (soprattutto pittori) ospiti della Ville Lumiére in quel periodo: Gertrude Stein (nella sempre puritana Unione, con mentalità ben accolta dalla nostra supercattolica RAI, si tacciono le relazioni sessuali ambigue vissute dalla brillantissima scrittrice originaria della Pennsylvania). Ne viene trasmessa la voce, intenta nella dizione di una poesia molto curiosa del 1924, intraducibile o quasi in altre lingue per la presenza di giochi verbali e lessicali ben definiti, ma che sostanzialmente descrive le sensazioni provate di fronte a un dipinto di Pablo Picasso, suo grandissimo amico:



Infine, ecco un emozionante frammento che vede al pianoforte, mentre esegue I got rhythm (composizione del 1930, quindi risalente a pochi mesi dopo il Giovedì Nero di Wall Street), nientemeno che George Gershwin in persona, ossia il più grande musicista statunitense di tutti i tempi... ogni parola in più crediamo sia superflua...



Come dicono ogni volta le annunciatrici, l'edizione della notte del Telegiornale conclude la serata... ma come viene concepito e impostato il notiziario televisivo in quel periodo ? Anche allora la politica condiziona scelta e struttura delle informazioni lette da Edilio Tarantino e Riccardo Paladini e commentate da Ugo Zatterin e Gianni Granzotto ? Il direttore di quell'epoca, Massimo Rèndina, oggi splendido ultranovantenne nonchè, come già detto in altra sede, Presidente della sezione provinciale romana e Vice-Presidente nazionale dell' ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), lo racconta in questa clip girata un paio d'anni fa:



Termina così anche il nostro post, che non solo ci ha fatto assaporare l'aria di quel lontanissimo giovedì del marzo 1958, ma è anche servito da pretesto per evocare alcuni grandi personaggi che diedero lustro alla storia statunitense e mondiale.

Ci ritroveremo presto con altri argomenti e altri programmi, non prima di darvi il fatidico annuncio che si attendeva ormai da mesi: sta per essere pubblicato per i tipi della Maremmi Editore di Firenze ed uscirà entro maggio il nostro libro, intitolato Lunario dei giorni di Tele : tre anni e mezzo di lavorazione (due soltanto di lunghe attese e inevitabili revisioni e correzioni) per dare luogo in via ufficiale all'idea che ha ispirato il nostro (e vostro) Focolare, quella di un variegato almanacco televisivo che promette già di avere ulteriori tomi negli anni a venire, anche riprendendo qualche tematica trattata in queste pagine web.

Vi diremo ancora di più nelle prossime settimane, specialmente allorquando il volume sarà pronto. Per intanto vi ringraziamo e vi auguriamo una serena domenica sera.

Cordialmente e simpaticamente,

CBNeas.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Cesare, sono contento per l'imminente uscita del tuo libro.

gabriele

Paolo Starvaggi ha detto...

Il "Lunario" non potrà che essere, per tutti gli esperti di tv e i semplici appassionati, il libro più bello dell'anno!

Paolo Starvaggi ha detto...

Il "Lunario" non potrà che essere, per tutti gli esperti di tv e i semplici appassionati, il libro più bello dell'anno!

Verdier il Vampiro ha detto...

In questi giorni sto lavorando nuovamente sul personaggio di Gianni Agus cambiando però il repertorio scelto l'estate scorsa e ho visto che il mio ex "vicino di cabina" al Gambrinus è sempre presente in Canzonissima 1958, la quale è una bella trasmissione. Non so perchè sia portato a pensare che essendo del '58 sia noiosa, mentre invece non è così. GIARDINO D'INVERNO per me è molto più tedioso di CANZONISSIMA 1958 o de LE CANZONI DI TUTTI, tanto per rimanere in quegli anni e ad Agus.
Debbo farmi una full immersion nel programmi 1957-1959.